Torino Magica
- Grazia Manfellotto
- 20 apr
- Tempo di lettura: 5 min

Finora abbiamo descritto Torino come una città pregna di luoghi sinistri, simboli della Magia Nera, che la rendono di sicuro estremamente affascinante.
Tale nomea di città magica e tanto particolare è maggiormente accentuata dalla sua posizione "speciale": per Torino passa infatti il 45° parallelo nord, erroneamente considerato il punto a metà strada tra l'Equatore e il Polo Nord (in realtà, vi è un lieve scarto in tale misurazione, in quanto la Terra è uno sferoide).
La città sorge inoltre su un territorio reputato importante nodo energetico, punto di incontro di due fiumi, la Dora e il Po, ai quali vengono attribuite energie rispettivamente femminili e maschili, e ha ospitato a lungo la dinastia Sabauda, nota per i suoi legami con l'esoterismo.
E non è affatto sorprendente che tutti questi fattori abbiano contribuito ad attirare, nel tempo, parecchie figure legate al mistero e alla magia: Paracelso, Cagliostro, Nostradamus, il Conte di Saint Germain...
È giusto aggiungere che l'eccezionalità del capoluogo risiede nell'essere probabilmente l'unico posto al mondo dove convergono non solo le energie negative, ma anche quelle positive. Torino sarebbe infatti il vertice non di uno, bensì di due triangoli magici: quello di Magia Nera che si completa con Londra e San Francisco, e quello di Magia Bianca che viene a crearsi insieme a Lione e Praga.
I luoghi che permettono a Torino di far parte del triangolo "Bianco" sono i seguenti: il Museo Egizio, la Gran Madre (a cui la pagina ha già dedicato un post), la Fontana Angelica di Piazza Solferino, la Mole Antonelliana e Piazza Castello.
È curioso notare come essi siano più o meno tutti connessi tra loro, ma andiamo con ordine.
Il Museo Egizio "inaugura" questo elenco soprattutto in ordine temporale: ospita infatti alcuni reperti riguardanti il Faraone Thutmosi III, il quale pare fosse maestro di discipline esoteriche e regnante in Egitto proprio nello stesso periodo in cui la città di Augusta Taurinorum venne fondata: evidentemente la magia è nel DNA del capoluogo piemontese!
Tali reperti pare sprigionino una potente carica positiva e sembra siano altresì in numero maggiore rispetto agli oggetti legati invece alla Magia Nera, così da bilanciare l'energia negativa emanata da questi ultimi.
A proposito della Gran Madre (considerata a giusta ragione una delle chiese più belle di Torino) è importante focalizzarsi invece sulle due statue presenti all'esterno: pare che forniscano importanti indicazioni per ritrovare addirittura il Sacro Graal, la leggendaria coppa usata da Gesù per celebrare l'Ultima Cena e nella quale fu raccolto il suo sangue dopo la crocifissione, rendendo la chiesa di fatto uno dei maggiori punti di Magia Bianca della città.
Continuando la passeggiata lungo i luoghi "luminosi", è d'obbligo recarci in Piazza Solferino, dove troviamo la cosiddetta Fontana Angelica. Tale costruzione nasce come richiesta da parte del grand'Ufficiale Pietro Bajnotti, nello specifico come monumento commemorativo per i suoi genitori.
La costruzione vede la presenza di quattro sculture, raffiguranti le quattro stagioni: alle estremità troviamo la Primavera e l'Estate, mentre le due figure maschili al centro rappresentano l'Autunno e l'Inverno.
Tuttavia, osservando da lontano queste ultime due statue, possiamo notare come tra le due figure si formi un rettangolo perfetto, quasi un portale: esse rappresenterebbero infatti anche Boaz e Jaquim, i giganti incaricati di reggere le Colonne d'Ercole, nonché i guardiani di un punto di accesso a una Conoscenza superiore. La Fontana pare abbia anche una forte connotazione massonica (Torino non si fa mancare proprio nulla!), e sembra che voglia indicare, all'iniziato che sa leggere la sua complessa simbologia, il percorso per arrivare alla vera Sapienza, rappresentata dall'acqua stessa che sgorga generosamente.
Passiamo al simbolo di Torino per eccellenza: la Mole Antonelliana. Secondo gli esperti di esoterismo essa parrebbe essere un'enorme antenna volta al cielo, che irradia l'energia positiva assorbita dal suolo. Ciò che si conosce con sicurezza di questo edificio è che fu concepita come Sinagoga nel 1863, e la sua costruzione si deve all'architetto Alessandro Antonelli. Una volta concluso l'ambizioso progetto, sulla sommità della Mole fu apposto un Genio Alato (vi ricorda qualcosa?!). Nel 1904 tale figura fu colpita da un fulmine, che la abbatté facendola precipitare sul terrazzino sottostante, dove restò miracolosamente in bilico senza fare vittime. Il Genio fu poi sostituito da una stella a cinque punte (di nuovo, vi dice qualcosa?!).
Tuttavia, un'altra disavventura colpì la Mole nel 1953: in seguito a un violento nubifragio, la sua guglia, di ben 47mt, crollò, per fortuna anche stavolta senza fare vittime. Fu poi ricostruita e terminata nel 1960. Per evitare nuovi spiacevoli incidenti, la punta fu fortificata con un'armatura metallica e anche la stella fu resa tridimensionale e a dodici punte, e non più a cinque come la precedente. Inoltre, a detta di alcuni all'interno della Mole sarebbe custodito il Santo Graal. Pare che la Statua della Fede, una delle già citate due sculture presenti all'esterno della Gran Madre, pur non avendo le pupille indichi proprio l'edificio al centro della città.
Arriviamo infine a Piazza Castello, dove troviamo l'ingresso del Palazzo Reale di Torino: è considerata il "Cuore Bianco" della città, in grado di bilanciare quello "Nero" di Piazza Statuto. L'epicentro di tale energia positiva pare si identifichi con la fontana dei Tritoni del Palazzo Reale. In aggiunta, il cancello del Palazzo segna proprio il confine tra Magia Bianca e Magia Nera. Tale confine sarebbe esplicitato dalle due statue dei Dioscuri presenti sul cancello, ed è curioso notare che solo uno dei due presenta sulla sommità del suo capo una stella, guarda caso a cinque punte!
La Piazza, inoltre, si troverebbe anche in corrispondenza di una delle famose Grotte Alchemiche presenti nel sottosuolo torinese, e in passato è stata il luogo deputato all'ostensione della Sindone; e tutt'oggi, infatti, la Cappella della Sindone e il Palazzo Reale sono collegati in termini di costruzione architettonica.
Questo spiegherebbe perché il Lucifero presente sul monumento del Fréjus abbia lo sguardo puntato verso Piazza Castello, forse per provare a controllare questa grande sede di energia positiva.
Città fonte di forze buone anche in senso religioso, dunque: perché oltre alla (presunta) presenza del Sacro Graal e della Sindone (considerata dalla Chiesa Cattolica non come una reliquia ma come una icona), Torino ospita pure, presso il Santuario di Maria Ausiliatrice, la reliquia del legno della Santa Croce.
Siccome abbiamo iniziato questo post osservando Torino da un punto di vista "planisferico", è doveroso concluderlo con due chicche sulla stessa lunghezza d'onda: la prima curiosità, che si inserisce nella scia delle numerose stelle a cinque punte (o pentacoli che dir si voglia), è legata a un'osservazione fatta dall'architetto austriaco Peter Müller. Lo studioso notò che cinque importanti edifici voluti dai Savoia formano intorno alla città un pentacolo perfetto: stiamo parlando della Reggia di Venaria, del Castello di Moncalieri, del Castello di Rivoli, della Basilica di Superga e della Riserva di caccia di Stupinigi.
Infine Torino, se guardata dall'alto, si inserisce nella cosiddetta "Linea di San Michele".
Secondo la Bibbia l'Arcangelo Michele è considerato il Capo Supremo della schiera degli Angeli; non c'è da stupirsi, quindi, se nei secoli l'uomo ha eretto numerosi edifici sacri in suo onore.
Ma se vi dicessimo che esiste una perfetta linea retta che in Europa collega sette chiese dedicate proprio al Capo degli Angeli? Tale linea rappresenterebbe il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo agli Inferi. Tra le Chiese sparse per il continente europeo che compongono tale linea vi troviamo, oltre al famoso Mont Saint Michel in Francia e il Monastero Stella Maris a Israele, anche la Sacra di San Michele, sempre a Torino!
Aneddoti del genere sottolineano come Torino sia sempre in grado di stupire, restando sempre perfettamente in bilico tra magia e esoterismo, tra scetticismo, mistero e religione.
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