Tifone
- Alla scoperta del mito

- 10 apr
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Figlio di Gea e Tartaro, Tifone era nella mitologia greca il padre di tutti i mostri.
Unito infatti a Echidna, diede luce tra gli altri a Cerbero, l'Idra, la Chimera e il Leone Nemeo.
Raffigurato come creatura metà uomo e metà bestia, il suo aspetto era imponente e terrificante. Aveva testa d'asino dai cui occhi uscivano lingue di fuoco, ali da pipistrello, centinaia di serpenti sulle spalle, e le sue gambe erano formate da draghi attorcigliati.
Al suo arrivo sull'Olimpo incusse una tale paura agli dèi, che questi si trasformarono in animali e fuggirono sulla Terra.
Atena però scovò Zeus e lo redarguì per la sua fuga, convincendolo a combattere il mostro. Durante il primo combattimento Atena venne messa subito fuori combattimento, ma Zeus riuscì a colpire Tifone con un fulmine e poi ad abbatterlo a colpi di falce.
Quando però il re degli dèi si avvicinò per finire il mostro, questi gli strappò l'arma dalle mani e lo ferì, imprigionandolo poi in una caverna.
In aiuto di Zeus accorsero però Pan ed Ermes. Il primo distrasse il mostro col suo flauto e le sue urla terrificanti, mentre il secondo liberava Zeus dalla prigione.
Ebbe quindi inizio una seconda battaglia, dove Tifone, ormai privo di controllo, cercò di fermare Zeus lanciandogli addosso intere montagne, ma ogni volta il dio lo colpì implacabile con le folgori. Alla fine Tifone fuggì verso occidente e giunto in Sicilia tentò una disperata difesa sollevando l'intera isola per gettarla contro il Re dell'Olimpo. A questo punto, Zeus scagliò contro il gigante un ultimo, potentissimo fulmine che lo colpì in pieno. Tifone perse la presa e rimase schiacciato sotto l'isola che gli crollò addosso.



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