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Olimpiade d'Epiro


Olimpiade d'Epiro

Madre di Alessandro Magno, Olimpiade fu una delle più notevoli donne dell'antichità.


Era principessa della tribù più potente dell'Epiro (regione divisa tra Grecia nord-occidentale e Albania meridionale), e la sua famiglia sosteneva di discendere addirittura dall'eroe Achille.


Nonostante questa impressionante affermazione, i greci consideravano il suo regno come semi-barbarico, contaminato dalle varie incursioni illiriche nel nord, e per questo i testi fino a oggi sopravvissuti ne riportano l'immagine di un personaggio "straniero" e quasi "esotico".


Sposa di Filippo II di Macedonia, il suo ruolo nella Storia inizia a diventare attivo quando quest'ultimo decise di risposarsi con una nobildonna macedone, Cleopatra Euridice.


Olimpiade iniziò a temere che questo nuovo matrimonio potesse minacciare le possibilità di trono di Alessandro, anche perché la nobiltà macedone iniziava a mettere in dubbio la legittimità del ragazzo data la sua eredità e origine molossica.


La donna ebbe quindi un importante ruolo nelle morti dello stesso Filippo II, di Cleopatra Euridice e dei loro bambini, ed è infatti raffigurata sempre come una donna che non si sarebbe fermata di fronte a niente pur di garantire il trono e il successo a suo figlio Alessandro.


Dopo la morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C., Olimpiade divenne protagonista delle guerre di successione al trono di Macedonia, e nel 317 a.C. guidò un esercito che fu affrontato da un schieramento guidato da un'altra regina: Adea Euridice, nipote di Filippo II e figlia di Cinane, sorellastra di Alessandro.


Per la prima volta nella storia greca si affrontavano due eserciti comandati da donne, tuttavia lo scontro non arrivò mai a uno scambio di colpi dal momento in cui l'esercito di Adea depose le armi non appena vide che a capo della fazione opposta c'era la madre del loro amato Alessandro.


Adea venne catturata insieme ad Arrideo, suo marito, e Olimpiade li fece imprigionare in condizioni squallide, fino addirittura a far uccidere Arrideo sotto gli occhi della moglie.


Il giorno di Natale del 317 a.C., Olimpiade inviò ad Adea Euridice una spada, un cappio e una cicuta e le ordinò di scegliere in che modo volesse morire. Dopo aver maledetto il nome di Olimpiade augurandole una fine altrettanto triste, Adea scelse il cappio.


Le maledizioni di Adea non tardarono a verificarsi.


L'anno successivo Olimpiade venne spodestata da Cassandro, che dopo aver catturato la regina la condannò a morte e inviò un drappello di soldati a compiere l'esecuzione. I sicari però, cedendo al rispetto per la madre di Alessandro, si rifiutarono di eseguire l'ordine. Ordine che venne poi in qualche modo eseguito dai parenti delle vittime causate nel corso degli anni da Olimpiade, che riuscirono a raggiungerla e la assassinarono strangolandola.

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