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Oltretomba greco


Oltretomba greco

Per i greci l'Ade era un luogo fisico e aveva vari ingressi, tutti in posti impervi e con esseri mostruosi a guardia.


Ma adesso lasciamo da parte l'Ade visto dai vivi per passare al punto di vista dei morti e del percorso che aspettava loro.


Innanzitutto le anime delle persone appena morte venivano condotte da Ermes all'entrata dell'Ade. Qui avveniva il primo incontro con divinità minori come Pena e Panico, o Miseria e Vecchiaia, che mettevano i neo morti di fronte a tutti gli accaduti della loro vita.


Le anime si ritrovavano poi di fronte ai cinque fiumi che scorrevano nel regno dei morti. Il più importante di questi era sicuramente lo Stige, che rappresentava l'odio ed era talmente lungo da aggirare l'intero regno per circa sette volte.


Il secondo fiume era l'Acheronte, per molti il vero accesso per il regno dei morti. Questo era il fiume del dolore, chi vi si immergeva provava tutti i dolori dell'universo.


Il terzo fiume era il Lete. Composto da acque dell'oblio e della dimenticanza. Causava la perdita totale della memoria, e l'intera vita passata veniva cancellata e purificata.


In seguito c'era il Flagetonte, composto da acqua di fuoco usata per curare le anime in pena dalle torture del tartaro.


Infine c'era il Cocito, fiume del pianto e della tristezza.


Per entrare effettivamente nel regno dei morti bisognava attraversare l'Acheronte o lo Stige. L'unico modo per farlo era pagare un obolo a Caronte, traghettatore dei morti e possessore dell'unica imbarcazione capace di attraversare i fiumi.


Tale obolo consisteva in monete che i morti molto spesso portavano in dote dopo essere stati seppelliti con due monete sugli occhi, o una sulla lingua.


Quelli che non venivano seppelliti con tali crismi, e che quindi non pagavano, venivano allontanati e costretti a vagare per l'eternità, o ad aspettare cento anni prima di poter passare dall'altro lato.


Superato Caronte, le anime si trovavano poi di fronte praticamente a un secondo posto di blocco costituito da Cerbero, enorme cane a tre teste, che si assicurava che tra i viaggiatori non ci fossero vivi.


Dopo Cerbero ci si ritrovava poi davanti ai tre giudici infernali scelti da Zeus per giudicare i morti, ossia Eaco, Radamante e Minosse.


Questi tre giudici decidevano in che luogo dell'Ade mandare le anime.


La loro scelta poteva cadere in una delle tre zone in cui era diviso l'Ade: i Campi Elisi, il prato degli Asfodeli e il Tartaro.


Il Tartaro era il luogo più profondo dell'Ade, anche prigione dei Titani. Al suo interno c'erano i cosiddetti Campi della Pena, creati per punire eternamente chi commetteva crimini contro dèi.


Il prato degli Asfodeli era dove venivano mandate le anime senza infamia e senza lode. Si tratta dell'area più vasta dell'Ade, dove le anime non fanno altro che vagare per i prati, perdendo via via consistenza e reattività.


Infine c'erano i Campi Elisi, praticamente un paradiso nell'Ade. Qui venivamo mandati i grandi eroi.


Dai Campi Elisi si poteva addirittura andare via. Bastava immergersi nel Lete e dimenticare la vita precedente, e ci si poteva reincarnare addirittura scegliendo in chi o cosa farlo. Dopo aver guadagnato tre volte i Campi Elisi in questo modo, si conquistava l'ingresso nell'Isola dei Beati, un paradiso nel paradiso.

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