Su Boe Erchitu
- Alla scoperta del mito
- 2 lug
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Su Boe Erchitu è una creatura appartenente al folclore della Sardegna, consistente in una specie di bue mannaro, accostabile di rimando alla figura del Minotauro.
Si dice che l'Erchitu sia vittima di una maledizione, spesso dopo aver perpetrato gravi crimini, e che non possa evitare di trasformarsi in quello che a tutti gli effetti è un toro mannaro con corna d'acciaio che sorreggono due candele.
E proprio la recisione delle corna, o lo spegnimento della fiamma delle candele con un solo soffio, sarebbe l'unico modo per interrompere la maledizione.
Questa creatura si ferma di fronte a una casa e muggisce per tre volte: il suo muggito viene udito da tutti gli abitanti del paese, e sempre secondo la tradizione, il padrone di quella casa è "sentenziadu", ossìa condannato a morire entro l'anno.
Generalmente l'Erchitu riacquistava automaticamente la sua forma umana all'alba, ma secondo altre versioni perché questo accadesse doveva rotolarsi davanti a tre chiese o davanti ad un cimitero; pare che questo rito fosse una specie di tributo che bisognava pagare alla divinità, perché consentisse al dannato di riprendere forma umana.
Figura molto simile all'Erchitu è quella del Boe Muliache, con la quale i malcapitati rimangono umani nell'aspetto ma vedono lo spirito di un bue sostituirsi al loro, costringendo così le vittime a vagare fino all'alba per i campi emettendo versi animaleschi e praticamente pascolando sul terreno.
Le leggende sull'Erchitu e sul Muliache sono molto spesso legate alle espiazioni di colpe non condannate dalla giustizia umana, e risalgono ad antichi riti pagani che mettevano in risalto l'eterna lotta tra bestialità e razionalità umana.
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