Il lago di Pilato
- Alla scoperta del mito
- 30 giu
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Il lago di Pilato è un lago montano d'altura situato sul monte Vettore, nel massiccio dei Monti Sibillini e appartenente al comune di Montmonaco (Ascoli Piceno).
È anche conosciuto come "lago con gli occhiali" per via dei sui invasi comunicanti, che nei periodi di media presenza d'acqua somigliano a due occhi.
Tuttavia, se ne stiamo parlando su questa pagina è perché, oltre alla bellezza paesaggistica, questo specchio d'acqua ha anche una leggenda a lui legata.
Partiamo dal nome, che inevitabilmente ricorda alla memoria Ponzio Pilato, prefetto giudeo al quale la Bibbia attribuisce parte della responsabilità per la crocifissione di Gesù Cristo.
Il funzionario romano è passato alla storia per essere colui che "se ne lavò le mani", e secondo la leggenda andò incontro a un destino misterioso del quale non esistono certezze storiche assolute.
In base a una versione del XV secolo, Pilato fu riportato a Roma e condannato a morte dall'imperatore Vespasiano.
Le modalità di tale condanna consistevano nell'essere legato a un carro trainato dai bufali, che lasciati liberi di correre, giunsero fino ai Monti Sibillini, dove si gettarono con tutto il carro in un lago, che da quel momento prese il nome di lago di Pilato.
Per via del presunto avventimento, quel luogo assunse una connotazione negativa per tutti gli abitanti della zona.
I monaci benedettini parlavano di negromanti che officiavano pratiche oscure nei pressi del lavo, e Benedetto Cellini, noto scultore e scrittore, raccontò addirittura di aver parlato con evocatori di demoni che si recavano al lago per consacrare i loro volumi.
Le autorità religiose decisero quindi di bandire ogni sorta di accesso alla zone, e posero una forca a valle, come avvertimento a chiunque osasse trasgredire.
Attorno ai bacini d'acqua vennero anche eretti dei muri, affinché tutti si tenessero lontani da quelle acque considerate impure.
Il timore delle acque del lago di Pilato era così radicato che gli abitanti della vicina Norcia arrivarono persino a sacrificare ogni anno un brigante, o un qualunque criminale, gettandolo nelle acque, con la speranza di placare i demoni che vi abitavano.
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