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Segugi di Tindalos


Segugi di Tindalos

La loro prima apparizione è nel racconto di Frank Belknap Long intitolato appunto "I Segugi di Tindalos" (1929).


I Segugi vivono fuori dal continuum convenzionale ma sono presenti sulla Terra da prima ancora della comparsa del DNA primordiale: mentre tutti gli esseri viventi normali si trovano nelle curvature del tempo, essi vivono negli angoli temporali, e da questa caratteristica derivano le loro abilità.


Riescono a tracciare l'odore del loro bersaglio e a inseguirli in ogni angolo dello spazio tempo.


Danno la caccia soprattutto ai viaggiatori temporali e a chi avverte la loro presenza.


Esistono sia nel remoto passato che nel futuro più distante e quindi non è chiaro se siano immortali o se riescano a spostarsi nel tempo.


Il loro aspetto comprende ali da pipistrello e una proboscide, inoltre producono costantemente un icore bluastro. Quando appaiono sono avvolti da una nube di vapore scuro dalla quale poi emergono.


Il loro organo principale è la lingua, rinforzata da una sostanza simil-ossea. Quando questa penetra nel corpo del malcapitato produce un foro dal quale non esce sangue e sposta gli organi non interessati dall'attacco.

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