Re Laurino
- Alla scoperta del mito
- 20 apr
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La saga di Re Laurino appartiene alla tradizione delle Dolomiti e cerca di spiegare il fenomeno dell'enrosadira, ossia il fenomeno ottico per il quale le montagne dolomitiche ci sembrano tingersi di rosa in determinati momenti della giornata.
Leggenda vuole che, nascosto nel massiccio del Catinaccio, ci fosse un giardino di fantastiche rose.
Il proprietario di questo giardino era proprio Laurino, re dei ladini, che con il suo popolo scavava nelle profondità dei monti alla ricerca di gemme preziose.
Inoltre Laurino possedeva capacità e oggetti magici, tra i quali una cintura che gli forniva la forza di dodici uomini e un mantello in grado di renderlo invisibile.
Un giorno il re dell'Adige decise di dare in sposa sua figlia Similde.
Invitò quindi nelle sue terre tutti i nobili locali, dimenticando di invitare però Re Laurino.
Laurino decise di partire lo stesso verso l'Adige, e aiutato dall'invisibilità donatagli dalla cappa, riuscì a intrufolarsi nei luoghi del ricevimento.
Non appena vide Similde, Laurino se ne innamorò perdutamente, e deciso ad averla per sé la rapì senza pensarci due volte.
Hartwig, promesso sposo della ragazza, con l'aiuto del re dei Goti e dei suoi uomini salì sul Catinaccio per dare la caccia al rapitore.
Qui Laurino, accerchiato e assediato, indossò la cintura e affrontò con vigoria i suoi aggressori. Tuttavia capì ben presto di non poter affrontare da solo tutti quegli uomini, e decise di rendersi invisibile e di nascondersi nel campo di rose.
I cavalieri goti lo individuarono però grazie al movimento delle piante, e dopo averlo catturato gli tagliarono la cintura e lo fecero prigioniero.
Infuriato, Re Laurino si voltò verso il roseto e gli lanciò la sua maledizione: "Né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti", dimenticando di menzionare i momenti di transizione tra giorno e notte, ovvero l'alba e il tramonto.
Ed è per questo motivo che il Catinaccio si tinge di rosa durante quei momenti della giornata.
Secondo un'altra (e meno comune) versione della storia, Re Laurino aveva una figlia di nome Ladina con la quale curava un enorme campo di rose.
Un giorno si trovò a passare di lì il principe del Latemar (montagna di fronte al Catinaccio), e vedendo quel fantastico roseto si avvicinò e si imbatté in Ladina.
Il principe si innamorò della ragazza, e la rapì.
Laurino venne a sapere della scomparsa della figlia e pianse tutte le sue lacrime, maledicendo i fiori che avevano rivelato la posizione di Ladina, causandone il rapimento, ordinando che le rose non fiorissero mai più né di giorno né di notte, dimenticando di citare l'alba e il tramonto.
Ancora oggi a Bolzano è possibile trovare una statua dedicata a Re Laurino, proprio nei pressi della stazione ferroviaria e davanti al palazzo della Giunta e del Consiglio Provinciale.
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