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Piazza Statuto


Piazza Statuto

Oggi andiamo a Piazza Statuto, che prende il suo nome proprio in omaggio allo Statuto Albertino, e dalla quale si dipanano molte strade principali, tra cui via Garibaldi e corso Francia.


Si tratta di una delle piazze più importanti del centro storico della città, nonché scenario di alcune proteste storiche di rilievo, tra cui quella del settembre 1894 e la rivolta operaia dell'industria metalmeccanica avvenuta nel luglio 1962.


Ovviamente gli aspetti che più ci interessano della piazza sono le molteplici sfaccettature magiche ed esoteriche presenti in questo luogo.


Innanzitutto, Piazza Statuto si trova nelle vicinanze del Rondò della Forca; ciò la assimila a quella zona che da secoli si pensa abbia energie malefiche, in quanto posto usato come necropoli ai tempi degli antichi Romani e successivamente anche come luogo deputato alle esecuzioni. In tale ottica, la piazza cominciò così a essere inserita nel famoso triangolo della magia nera (di cui la città di Torino sarebbe uno dei vertici) e ancor più specificamente, considerata il punto massimo di tale magia negativa ed occulta, al punto da meritarsi tutt'oggi l'appellativo di "Cuore Nero" del capoluogo piemontese. Questa tesi è supportata dalla presenza non di uno, ma di bensì due monumenti "ambigui": il Monumento al Traforo del Fréjus e, poco distante da esso, l'obelisco geodetico o Guglia Beccaria.


Ma andiamo con ordine.


Il primo monumento è un'imponente struttura, dedicata appunto alla realizzazione del traforo ferroviario del Fréjus, galleria che passando sotto l'omonima montagna permette di collegare la Francia con l'Italia. Nello specifico, la costruzione presenta una forma piramidale costituita da grandi massi provenienti proprio dallo scavo del traforo, e rappresenta una montagna, sulla quale cercano di arrampicarsi sette figure maschili in marmo bianco. Alla sommità di tale piramide è posta una statua in bronzo rappresentante un Genio alato, con una stella a cinque punte rovesciata sul capo e una piuma (o penna d'oca, simbolo della conoscenza) nella mano destra; al suo fianco è possibile leggere, incisi su una pietra, i nomi degli ingegneri che resero possibile l'impresa. L'idea alla base era quella di raffigurare un'allegoria attraverso cui celebrare l'eroico progetto: il Genio alato rappresenterebbe la Scienza, la Ragione che vince sulla forza bruta (i Titani, ossia le figure maschili che tentano invano di raggiungerlo in cima), incarnando appieno lo spirito positivista dell'epoca. Nella cultura popolare ben presto però si aggiunse una seconda interpretazione, secondo la quale i Titani siano in realtà i minatori caduti durante la realizzazione dell'opera, e dunque il monumento sarebbe un omaggio alle loro sofferenze.


Probabilmente vi starete chiedendo: cosa c'entra tutto questo con la magia nera? Ebbene, stando alle teorie legate all'occultismo che impregnano la città, il Genio alato sulla cima del monumento sarebbe in realtà Lucifero, che troneggia minacciosamente sulle figure sottostanti.


Tale credenza è alimentata dalla stella presente sul suo capo, un Pentacolo.


Questo simbolo, quando si presenta non al contrario, è considerato un amuleto protettivo, un emblema sacro: le sue punte rappresentano i cinque elementi (acqua, aria, fuoco, terra e spirito). Tuttavia, nel modo in cui è stato apposto sul capo della figura alata diviene immediatamente un simbolo satanico: con le due punte verso l'alto simboleggia la materia che predomina sullo spirito, cioè un rovesciamento del giusto ordine delle cose, e raffigurerebbe proprio il Diavolo (rappresentato talvolta come una capra).


Continuando sulla scia esoterica, a breve distanza dalla figura alata e seminascosto in un piccolo spiazzo tra gli alberi, troviamo il secondo monumento di questa piazza tanto particolare: l'obelisco geodetico o Guglia Beccaria.


Anche in questo caso vi è una spiegazione storica legata all'esistenza di tale costruzione: essa deve il suo nome a Giovanni Battista Beccaria, il celebre matematico piemontese autore del Gradus Taurinensis, ossia la misurazione di una porzione di meridiano passante per Torino, e usato per calcolare la circonferenza equatoriale terrestre. In base ai suoi calcoli scelse due punti, uno a Rivoli e uno in piazza Statuto, e in tali punti pose due pietre, che nel tempo sparirono perché ricoperte dalla vegetazione. A distanza di diversi decenni, con l'invasione francese, tali pietre furono ritrovate, e su di esse furono eretti due obelischi, entrambi dedicati a Beccaria, con in cima un astrolabio: uno a Rivoli e l'altro a Torino, appunto in Piazza Statuto.


L'energia negativa scaturita da questo luogo sarebbe da imputare, secondo gli appassionati di esoterismo, al fatto che in tale giardinetto si troverebbe la Porta di ingresso dell'Inferno. Più in generale, a seconda della leggenda a cui si sceglie di credere, entrambi i monumenti sarebbero il vertice esatto del famoso triangolo di magia nera menzionato all'inizio del post, rendendo Piazza Statuto punto di ingresso di una delle tre presunte Grotte Alchemiche presenti in città.


A contribuire alla fama sinistra della piazza vi è un ultimo avvenimento in ordine temporale, purtroppo molto tragico: il 13 febbraio 1983, nel cinema Statuto adiacente la piazza, 64 persone persero la vita a causa di un incendio.


Varie coincidenze macabre e inquietanti alimentano le teorie occultiste; innanzitutto, il numero delle vittime è stranamente simmetrico: 31 maschi, altrettante femmine, e i rimanenti due erano un bambino e una bambina. In secondo luogo, il film proiettato quel giorno era "La Capra": nel gergo parigino, chèvre (per l'appunto "sfortuna" in francese) sta ad indicare la goffaggine che genera sventura; ma la capra è anche uno dei simboli del Diavolo.


Infine, nei Tarocchi la carta numero 13 (giorno del doloroso evento) è l'Arcano Senza Nome, o meglio, la Morte.


E indovinate lungo Piazza Statuto che linea di tram passa? Esatto, proprio il 13.

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