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Le indemoniate di Verzegnis


Indemoniate di Verzegnis

È la primavera del 1878 a Verzegnis, una cittadina montana della Carnia (Friuli), quando decine di donne di età compresa tra i quindici e i venti anni iniziano in contemporanea a manifestare comportamenti deliranti.

Urla, imprecazioni, spasmi, una straordinaria e assurda forza fisica mostrata durante movimenti compulsivi che rischiavano spesso di farle soffocare o ferire, erano solo alcuni di tali comportamenti delle ragazze, che molto spesso tornavano calme poco dopo, senza ricordare nulla di quanto accaduto.


Il caso fece ben presto il giro di varie nazioni e, in un periodo in cui la psichiatria stava prendendo piede a scapito di religione e credenze ancestrali, scatenò un'accesa discussione tra clero e studiosi di medicina.

Lo Stato italiano, formatosi da poco più di un decennio, aveva però più che altro a cuore l'ordine pubblico, e decise quindi di rinchiudere le ragazze affette da tale mania in un ospedale di Udine, servendosi dell'aiuto dei carabinieri incaricati di prelevare le giovani usando, se necessario, la forza.


Sulle ragazze venne provato ogni sorta di esorcismo, senza però sortire alcun effetto, mentre nel frattempo dal lato scientifico i sintomi vennero ricondotti a un'isteria di massa senza però escludere l'ipotesi di una istero-demonopatia, ossia una alterazione della mente dovuta a presunte possessioni demoniache.

Il caso non fu mai risolto, e la natura del fenomeno è ancora oggi ignota, tuttavia le ragazze rimasero rinchiuse per un paio di anni, fino a quando le crisi non si risolsero spontaneamente.

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