Le fatiche di Eracle (9) - La cintura di Ippolita

Come nona fatica, Euristeo ordinò a Eracle di impadronirsi della cintura che il dio Ares aveva donato a sua figlia Ippolita, regina delle Amazzoni, donne guerriere che vivevano nella regione del Mar Nero.

Eracle, come per la precedente impresa, radunò un manipolo di uomini e con loro salpò alla volta del porto di Temiscira, dove vennero ricevuti e accolti proprio da Ippolita.

La regina delle Amazzoni rimase tanto colpita e affascinata dall'imponenza dell'eroe, al punto da acconsentire di donargli la cintura senza tanti problemi o eventuali spargimenti di sangue.

A Eracle non pareva vero di aver compiuto l'impresa in modo così semplice e veloce, e fu proprio mentre salutava la regina e stava per andare via, che Era decise di metterci lo zampino per ostacolare il figlio bastardo di Zeus.

La dea prese le sembianze di un'amazzone e mise in allarme tutte le altre dicendo loro che Eracle stava rapendo la regina.

Le Amazzoni allora si armarono in fretta e furia e attaccarono Eracle e i suoi uomini.

Il combattimento fu duro e sanguinoso e, nel corso della battaglia, Eracle uccise Ippolita, convinto che quest'ultima avesse cercato di ingannarlo.

Strappata la cintura dal corpo della regina, Eracle raccolse gli uomini superstiti e si mise in viaggio per il ritorno a Micene.

Sulla strada, però, l'eroe attraversò la città di Troia e si accorse che si trovava in tremenda difficoltà.

Poseidone aveva infatti inviato un terribile mostro a tormentare la città, come punizione al re Laomedonte, colpevole di non aver pagato al dio il compenso pattuito per la costruzione delle mura della città.

All'arrivo di Eracle, per avere salva la sua vita, Laomedonte aveva appena accettato di sacrificare al mostro sua figlia Esione.

L'eroe propose allora un patto al sovrano: avrebbe sconfitto il mostro e salvato Esione, e in cambio avrebbe ricevuto delle cavalle sacre che Zeus aveva in precedenza donato a Laomedonte.

Eracle eseguì la sua parte di accordo, ma Laomedonte non mantenne la parola data e non volle lasciargli le cavalle.

L'eroe ripartì quindi per Micene covando nel cuore propositi di vendetta...