La tomba di Merlino in Valle Gesso
- Grazia Manfellotto
- 20 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Oggi vi porto in Piemonte, per parlarvi della leggenda della tomba di Merlino.
Stavolta siamo in provincia di Cuneo, precisamente in Valle Gesso, luogo che prende il suo nome dal vasto bacino del torrente omonimo, posto estremamente suggestivo non solo per le bellezze paesaggistiche che offre, ma anche per la magia che lo abita. Lungo i panorami mozzafiato di questa valle, in seno alle Alpi Marittime, non è raro trovare elementi tipici degli scenari montuosi quali i massi erratici, enormi blocchi di roccia che dalle imponenti vette vengono spostati a valle dai vari fenomeni naturali. Spesso tali blocchi, nel momento in cui si fermano, assumono equilibri precari e posizioni in bilico, acquistando un'aria effettivamente "magica". È proprio da un paio di queste enormi rocce che prende vita la leggenda di oggi.
I massi in questione hanno fatto nascere la storia affascinante secondo cui, proprio in quei punti, è possibile trovare la tomba di Merlino. Stando a un numero minore di fonti il masso della leggenda sarebbe collocato all'imbocco del Pian del Valasco, ben noto agli escursionisti della zona. Se invece ci si vuole attenere alla versione principale, il masso sarebbe una gigantesca roccia tagliata in due da una crepa regolare, una fenditura troppo precisa per non dare adito a un racconto fantastico, situata lungo la strada che porta a Pian della Casa del Re. Anche il percorso escursionistico per arrivare al luogo porta in sé elementi ammalianti: lungo il cammino è infatti possibile incontrare gli incantevoli Laghi di Fremamorta, anch'essi legati a un'antica leggenda, e il Rifugio Valasco, un vero e proprio castello con tanto di torri merlate, un tempo residenza di caccia utilizzata dal re.
La particolarità del mito è che il Merlino di cui parliamo oggi non è il noto mago legato al ciclo bretone, bensì sarebbe un uomo che dopo aver attraversato mille peripezie, si sarebbe auto-attribuito tale soprannome. Ma andiamo con ordine.
Il protagonista della nostra storia di oggi è un giovane di cui sono ignoti il nome e la precisa provenienza, rapito dai pirati saraceni che intendevano farne uno schiavo in Oriente. Non sapevano che il ragazzo in questione era dotato di un'intelligenza straordinaria, che gli permise di imparare un numero smisurato di cose, tra cui l'arabo, la magia, le arti medicamentose e l'astrologia. Tali conoscenze permisero al giovane di scappare alla sua prigionia, tornare in Italia e affermarsi nel Paese mettendo in pratica le conoscenze acquisite, dimostrando una tale bravura e arrivando a una tale notorietà che decise da solo di farsi chiamare Merlino, proprio come il famoso mago legato al ciclo arturiano. Divenne così popolare che Galeazzo Sforza, uomo molto dedito allo sviluppo della cultura e all'affermazione di figure erudite presso la sua corte milanese, decise di accoglierlo in pompa magna nel suo ambiente. La vita di corte era però altresì piena di intrighi, scandali e sotterfugi; Merlino, per lealtà nei confronti del suo signore, gli predisse che sarebbe morto nella Basilica di Santo Stefano Maggiore in seguito a una congiura ordita da alcuni membri dell'aristocrazia. Tale notizia non fece affatto piacere al nobile, che lo cacciò dalla sua corte facendolo cadere in disgrazia. Merlino cercò così riparo e ospitalità in Piemonte, dove grazie alla magnanimità di Amedeo IX di Savoia poté ritirarsi tra le Alpi Cuneesi, prendendosi cura degli abitanti della valle grazie alle competenze che lo avevano reso degno del nome di un mago. Qui vi restò per il resto della sua vita, diventando un punto di riferimento per le genti della zona. Fu amato a tal punto dalle persone del luogo che, alla sua morte, queste gli costruirono una bara in legno di abete e lo seppellirono vicino al torrente Gesso. Per far sì che la sua memoria restasse imperitura al trascorrere del tempo, apposero sulla sua tomba un grosso masso, che neppure i demoni o altre forze soprannaturali sarebbero stati in grado di spostare.
Ovviamente, come sempre accade alle leggende e ai racconti popolari, anche questa parte da un fondo di verità. Tale racconto è probabilmente nato dalla figura di un erudito, un uomo esperto di medicina o di scienze erboristiche, che nel XV secolo circa si stabilì nella zona mettendo le sue conoscenze a disposizione degli abitanti sia della valle che delle zone circostanti. Non vi sono prove certe che l'uomo alla sua morte sia stato seppellito proprio nella zona indicata dalla leggenda. Tuttavia, la volontà di tramandare tale storia fa capire quanto la cosa più importante per i valligiani fosse il tramandare il ricordo e la gratitudine per la generosità dello studioso.
Invece, per quanto riguarda il "vero" Merlino, la sua tomba si troverebbe in Francia, nella Foresta di Brocéliande, ma questa è un'altra storia…



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