La tomba di Dracula a Napoli?
- Alla scoperta del mito
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Proprio così.
La tomba di Dracula, il famigerato Conte Vlad III, potrebbe trovarsi nel centro storico di Napoli.
Secondo studi in corso dal 2014 si troverebbe infatti all'interno del complesso monumentale di Santa Maria la Nova, a pochi passi dalla centralissima Via Toledo e da Piazza del Plebisicito.
A indirizzare le ricerche verso la figura del Conte Dracula sarebbero stati dei simboli esoterici e alchemici presenti sulla tomba quattrocentesca della famiglia Ferillo, situata nel Chiostro minore di San Giacomo della Marca, nel quale sono stati rinvenuti anche un sarcofago e delle iscrizioni recanti il nome del voivoda di Romania.
Storicamente la tomba di Dracula è localizzata in un monastero dell'isola di Snagov, nelle vicinanza di Bucarest. Tuttavia la tomba in questione non contiene spoglie umane, ma solo ossa animali, motivo per il quale il mistero è tutt'altro che svelato.
La teoria che vuole i resti di Dracula nella nostra Napoli si è sviluppata grazie al ricercatore Raffaello Glinni, che studiando manoscritti risalenti al XV e e XVI secolo arrivò a ipotizzare che Maria Balsa, aristocratica vissuta nel Regno di Napoli, sarebbe potuta essere la figlia segreta di Vlad Tepes, arrivata a Napoli per sfuggire alle persecuzioni dei turchi.
Secondo la teoria, la ragazza sarebbe arrivata in Italia portando con sé i resti del padre morto in battaglia grazie all'intermediazione di Ferdinando I, e il suo nome fu cambiato per evitare che l'importante e temibile nome spaventasse i futuri pretendenti.
Altri indizi sono giunti dallo studio della già citata lapide della famiglia Ferrillo, e più precisamente quella di Matti Ferrillo.
Sulla lapide risalta un grosso elmo da cavaliere sormontato da una testa di drago e affiancato da due sfingi.
Tali simboli sono un chiaro riferimento all'Ordine del Drago, di cui era membro il padre di Dracula.
Il dragone è il vero e proprio sigillo dell'Ordine, mentre le due sfingi fanno riferimento alla città egizia di Tebe, associabile a Tepes, e di conseguenza al nome di Vlad.
Altro simbolo, e altro legame, sono i due delfini accoppiati, stemma della Dobruja, regione della Romania governata da Vlad Tepes e luogo in cui vinse contro i turchi.
Di conseguenza lo stemma avrebbe valore celebrativo della vittoria, e ad avvalorare questa tesi c'è anche l'immagine di un guerriero rappresentato sulla parte superiore della tomba.
Un ulteriore mistero e collegamento è dato da un'epigrafe crittografata posta alle spalle della lapide ancora non decifrata del tutto.
Tuttavia, alcune delle poche parole decifrate sono proprio "Blad" (o "Vlad") e "Balcani".
Infine, pare che una sezione del marmo della lapidi emani inspiegabilmente calore, rilevato più volte da termocamere, rendendo il mistero ancora più fitto.
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