La Cripta della Civiltà
- Alla scoperta del mito
- 7 giorni fa
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Siamo ad Atlanta, Georgia (USA), agli inizi degli anni '20 e durante l'apertura di un'antica tomba egizia al professor Thornwell Jacobs, presidente della Oglethorpe University, venne in mente di ricreare qualcosa di simile, che lasciasse ai posteri una testimonianza della nostra civiltà.
L'idea si concretizzò nel 1936, quando coaduviato da Tomas K. Peters (inventore e fotografo), creò nel seminterrato dell'università da lui diretta una vera e propria "capsula del tempo".
I due, aiutati da un gruppo di studenti, raccolsero tantissimi oggetti disparatissimi, tra cui manichini, fogli di alluminio, dentiere, giochi da tavolo, piatti, rasoi, calcolatrici, bottiglie di vino e di birra, fino a raccogliere oltre seicentomila pagine di libri (divise tra Bibbia, Corano, Iliade, Divina Commedia e altri testi storici) su microfilm, e registrazioni vocali di tantissimi personaggi illustri dell'epoca come Stalin, Mussolini e Roosevelt, oltre che registrazioni di tantissimi versi di animali.
Tutti gli elementi vennero posti all'interno di recipienti in acciaio riempiti di gas inerti per prevenire l'invecchiamento degli oggetti; e per impedire che la stanza diventasse un obiettivo di ladri e vandali, non fu conservato nessun oggetto di valore.
Fu così che il 25 maggio 1940 la stanza (circa 57 metri cubi) venne sigillata con una solida porta di acciaio inox su cui venne posta una targa che vietava a chiunque di entrare per almeno i prossimi... seimila anni.
Sì, seimila anni.
La data di apertura della Cripta fu infatti fissata all'anno 8113, e tale data fu scelta per un motivo: il 4241 a.C. è l'anno dal quale di solito si fa partire una datazione precisa per via del calendario egizio (convinzione poi screditata in futuro), e da quell'anno fino al 1936 (anno di inizio del progetto) erano passati 6177 anni. Jacobs ritenne quindi che dovessero passarne altrettanti prima di poter aprire la capsula.
Il testo integrale della targa, usata anche come manifesto, recita così:
Questa cripta contiene monumenti della civiltà che esisteva negli Stati Uniti e nel resto del mondo durante la prima metà del ventesimo secolo. In recipienti di acciaio inossidabile, in cui l'aria è stata sostituita da gas inerti, ci sono enciclopedie, storie, pubblicazioni scientifiche, edizioni speciali di giornali, diari di viaggio, colloqui di viaggio, bobine cinematografiche, modelli, dischi fonografici, e materiali simili, da cui trarre un'idea dello stato e della natura della civiltà che esisteva tra il 1900 e il 1950. Nessun gioiello o metalli preziosi sono inclusi.
Noi confidiamo sulle leggi della contea di DeKalb, dello Stato della Georgia, e del governo degli Stati Uniti, ed i loro eredi e successori, e sul senso di sportività dei posteri, per il continuo mantenimento di questa cripta fino all'anno 8113, momento in cui abbiamo deciso debba essere aperta da parte delle autorità che rappresentano le agenzie governative di cui sopra e l'amministrazione della Oglethorpe University. Fino a quel momento preghiamo tutte le persone perché questa porta e il contenuto della cripta all'interno possano rimanere inviolati.
La targa è ovviamente scritta in inglese, ma Jacobs pensò anche all'eventualità che i posteri non parlassero più la sua lingua, e per tale motivo pose di fronte alla porta una macchina chiamata "Integratore Linguistico", per consentire alle generazioni future di comprendere il testo.
L'idea generò un'enorme interesse, e tantissimi progetti "gemelli" nacquero un po' in tutto il mondo, fino a creare addirittura l'International Time Capsule Society, che ha ovviamente sede presso la Oglethorpe University e che monitora tali progetti, che devono seguire determinate condizioni: l'atmosfera interna delle stanze (o dei contenitori) deve poter essere alterata a piacimento, il posizionamento deve essere fatto in modo da consentirne il futuro ritrovamento, e all'esterno devono essere apposte precise indicazioni di apertura tenendo anche conto di possibili cambiamenti nella lingua usata.
Ovviamente dati i lunghissimi tempi di attesa, nessuno di noi sarà presente quando e se le capsule verranno mai aperte.
Sta di fatto che tra circa seimila anni i nostri pro(tanto pro)-nipoti probabilmente si ritroveranno tra le mani alcuni reperti storici davvero strani.
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