Kvasir
- Alla scoperta del mito

- 14 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Nella mitologia norrena, Kvasir è un personaggio legato alla poesia e alla saggezza.
La sua nascita risale alla fine della guerra tra Asi e Vani, infatti quando le parti si riunirono per sancire la pace, i membri dei due gruppi sputarono in una coppa comune in segno di riconciliazione. Gli Asi poi, non volendo perdere quel simbolo di pace, crearono un uomo da quella saliva e così nacque Kvasir, l'essere più saggio mai esistito.
Il principale aneddoto che vede come protagonista Kvasir racconta di quando, in viaggio per condividere la sua saggezza, si fermò per una notte a casa di due fratelli nani, Fjalarr e Galarr.
I due nani lo assassinarono brutalmente e raccolsero il suo sangue in varie coppe, addolcendolo col miele. Questa miscela fermentò e diede origine a un idromele fatato che rendeva poeti chiunque lo bevesse.
Dopo aver assassinato anche il gigante Gillingr e sua moglie, i nani si videro costretti a donare l'idromele magico a Suttungr, fratello di Gillingr, che era determinato ad ucciderli pur di vendicare l'assassinio dei parenti.
Avuta notizia degli avvenimenti dai suoi corvi, Odino decise di mettersi in viaggio per recuperare il prodigioso idromele.
Cambiatosi di sembianze, si avvicinò a un campo del fratello di Suttungr, Baugi, dove stavano lavorando nove suoi servitori, e si propose di affilare i loro falcetti. Dopo aver affilato con enorme maestria gli strumenti, i contadini gli chiesero la cote appena usata. Odino accettò, e lanciò in aria la pietra: i servitori, tutti desiderosi di averla per sé, si sbracciarono per prenderla e con i falcetti si uccisero a vicenda.
Avendo eliminato tutti i contadini, Odino si propose come lavoratore a Baugi, chiedendo in cambio solo tre sorsi di idromele.
Baugi girò la richiesta al fratello, che, come prevedibile, rifiutò.
Odino decise quindi di rubare la bevanda con un altro inganno e sedusse Gunnlod, figlia di Suttungr, con la quale giacque tre notti ottenendo per ogni notte passata insieme un sorso di idromele.
Con questi, Odino vuotò l'intero calice e volò subito via trasformandosi in aquila.
Il gigante Suttungr però, avvedutosi dell'inganno, si trasformò a sua volta in aquila e inseguì il dio fino alle mura di Asgard, dove giurò vendetta agli dèi, e tornò alla sua dimora.
Una volta in salvo Odino vomitò l'idromele all'interno di una coppa, ma nella fretta di scappare dal gigante Suttungr, fece cadere alcune gocce in terra; quegli scarti di idromele si dice fossero la fonte di ispirazione dei poeti di scarso livello, non ispirati dagli dèi.
La coppa che ospitò il sangue di Kvasir venne dal quel momento in poi offerta ai guerrieri che entrano nel Valhalla, e ai poeti.



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