Il serpente di Gaeta
- Alla scoperta del mito
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Percorrendo il litorale pontino arriviamo nei pressi di Gaeta, dove leggenda vuole che un tempo dimorasse una enorme creatura dall'aspetto serpentino che terrorizzava l'intera zona circostante.
Pare che la zona di stanziamento della bestia fosse una grotta sommersa nella baia di Sant'Agostino, e che i suoi sibili fossero udibili a enormi distanze, a tal punto che nessuno osava nemmeno avvicinarsi alla baia.
Un giorno, però, un abitante della zona decise di fare qualcosa a riguardo.
Si recò verso la grotta armato di fucile e, dopo aver posizionato delle caciotte a pochi metri dall'ingresso, si appostò su una collinetta poco distante con uno specchio, in modo da tenere sempre sott'occhio ogni movimento del serpente.
E il suo piano venne premiato.
Soltanto pochissimi minuti dopo infatti l'uomo vide gli occhi gialli della creatura riflettersi nello specchio, e in un attimo la bestia uscì dalla grotta e divorò in un sol boccone le caciotte.
L'uomo sparò al serpente e poi fuggì senza nemmeno accertarsi di averlo colpito.
Tornato in paese si rese conto che lo spavento gli aveva fatto diventare i capelli completamente bianchi, e riuscì solamente a farfugliare qualcosa sulla creatura prima di morire di crepacuore dinanzi ai suoi compaesani.
Questi si recarono verso la grotta e scoprirono che in effetti l'uomo era riuscito a colpire a morte il serpente, che venne trasportato in paese su di un carro trainato da quattro coppie di buoi.
L'identità del leggendario eroe è tuttora sconosciuta, e per alcuni il suo cognome era Di Ciaccio, mentre per altri si trattava di tale Giovanni Macchetiello o Trapanieglie.
Una versione ancora differente racconta di come invece gli eroi fossero due, entrambi uccisi dalla bestia dopo essere stata colpita, in uno scontro a tutti gli effetti mortale.
Ancora oggi a Gaeta esiste Via Grotta del Serpente, in ricordo di questa storia.
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