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Il Mito della Creazione - Abenachi


Abenachi

Gici Niwaskw, il Grande Capo, all'inizio di tutto si stancò del silenzio infinito e della terribile oscurità. Decise allora di riempire lo spazio infinito con la luce.


Ordinò a Tolba, la Grande Tartaruga, di emergere dalle acque e diventare terra usando il suo enorme guscio. Poi, con le sue mani forti la plasmò, creando valli e montagne. Mise le acque dove dovevano essere e fece volare nuvole bianche nel cielo azzurro.

Fatto questo, Gici Niwaskw guardò la sua creazione, e sorridendo disse: "Questo è buono. Questo è ciò che volevo. Tutto è pronto per essere riempito di vita."

Per molto tempo pensò a come fare. Considerò tutti i particolari, ogni creatura doveva avere il suo stile e tutti dovevano essere felici. Non ci dovevano essere difetti, nessuna imperfezione.

Stette lì a pensare finché non si sentì esausto e andò a dormire.


Durante il sonno fece sogni molto strani, pieni di strane creature che non assomigliavano per niente a quelle che aveva "progettato". Camminavano su quattro zampe, alcune su due. Qualcuna strisciava, mentre qualcun'altra volava con le ali. Molti nuotavano nelle acque, e la terra era piena di strane piante che coprivano ovunque il terreno. Delle creature ronzavano, altre ruggivano. Alcune, su due zampe e più erette delle altre, cantavano e si parlavano a vicenda.


Questo non era il mondo che desiderava creare, non aveva alcun disegno, alcun ordine. E il suo mondo non poteva essere così imperfetto!


Poi, Gici Niwaskw si svegliò, e quando si rese conto che a svegliarlo era stato un porcospino che gli mordicchiava i piedi, si rese conto con grande sgomento che il mondo del suo sogno era diventato reale.

Era diventato la sua Creazione.

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