Il mistero del Lago di Canterno
- Alla scoperta del mito
- 18 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Quello di cui parliamo oggi non è un lago comune, ma è quello che potrebbe sembrare a tutti gli effetti un lago fantasma!
Siamo a pochi chilometri da Fiuggi Fonte, dove sorge il lago di Canterno (provincia di Frosinone), formatosi a quanto pare nei primi decenni del 1800, quando le acque del fiume Pertuso inondarono una conca di campi coltivati.
Il lago, il maggiore dei carsici del Lazio, ha una superficie di 0,6 chilometri quadrati, un perimetro di circa 5 chilometri e una profondità massima di 25 metri. Bagna i comuni di Ferentino, Fumone, Fiuggi e Trivigliano, ed è circondato da boschi di querce e latifoglie.
La particolarità di questo bacino d'acqua, che gli conferisce anche il titolo di "lago fantasma, è quella che l'acqua al suo interno scompare e riappare in modo improvviso.
Documenti storici datati ai primi del 1900 osservano come il lago si svuotasse improvvisamente in pochi istanti, per poi riformarsi nella sua interezza dopo mesi o anni, con la secca più lunga durata addirittura dal 1894 al 1943.
Un'altra stranezza era che al ritirarsi delle acque, sul fondale non rimanesse alcuna traccia della fauna ittica del bacino. Dove andavano a finire quindi i pesci durante i periodi di secca? Studi avvenuti proprio intorno al 1940 hanno scoperto l'esistenza di una grotta sotterranea nella quale i pesci vengono risucchiati e trovano rifugio fino al successivo ricomparire del lago.
Tuttavia, il testimone indiscusso di tale fenomeno è un alberello posto proprio al centro del lago, che viene sommerso durante i periodi di piena per poi ripresentarsi durante quelli di secca.
Ovviamente a causa di questa particolarità, il lago ha alimentato nel corso degli anni parecchie leggende. Si parte dai "comuni" bigfoot e mostri lacustri, fino a un aneddoto molto particolare che riporta della strana sparizione di una barca con a bordo un prete e dei bambini, svanita nel nulla mentre erano in escursione sulle acque del lago.
Il fenomeno si verifica ancora oggi, ma in forma ridotta, e pare sia dovuto all'accumulo di detriti e materiali al suo imbocco.
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