Gemelli
- Grazia Manfellotto
- 20 mag
- Tempo di lettura: 4 min

La doppiezza è la caratteristica principale del segno, evidente già dalla costellazione: essa è infatti una delle più facili da individuare nella volta celeste, proprio grazie alla coppia di stelle luminose che portano il nome dei due Gemelli mitologici, Castore e Polluce. In generale, la costellazione dei Gemelli contiene un gran numero di stelle doppie, ossia due stelle che condividono lo stesso centro di massa, attorno al quale orbitano.
Castore e Polluce non sono presenti soltanto in astronomia, anzi: sono il mito principale sul segno dei Gemelli, legato alla cultura ellenica. Per i Greci infatti, Castore e Polluce erano conosciuti col nome di Dioscuri, che significa letteralmente “figli di Zeus”. Vi sono tuttavia versioni contrastanti su chi fosse davvero figlio del re dell’Olimpo. Colei che li diede alla luce era Leda, regina di Sparta; innamoratosi della donna, Zeus assunse quindi le sembianze di un cigno per potersi accoppiare con lei. In seguito alla loro unione Leda depose due uova (e a breve vi dirò chi nacque da esse). Nella stessa notte in cui la regina si accoppiò con Zeus, successivamente giacque anche con il marito, il re Tindaro. Per tale motivo, Leda diede alla luce non due, bensì quattro bambini: secondo la versione più accettata e diffusa del mito, dalle due uova nacquero Polluce ed Elena (che sarebbe divenuta in futuro Elena di Troia), mentre gli altri due bambini venuti alla luce erano Castore e Clitennestra. Polluce ed Elena, essendo figli di Zeus, erano quindi immortali, mentre Castore e Clitennestra, in quanto figli di Tindaro, erano mortali. Nonostante questa differenza sostanziale, Castore e Polluce crebbero inseparabili l’uno dall’altro, diventando entrambi incredibilmente agili e possenti; Castore infatti era un noto guerriero, mentre Polluce divenne eccellente nel pugilato.
Entrambi furono compagni di avventura di Giasone e gli Argonauti nella conquista del Vello d’Oro. Secondo i racconti di Apollonio Rodio e Igino, i due gemelli furono un aiuto fondamentale in tantissimi viaggi, salvando numerosi equipaggi, al punto che divennero protettori dei marinai. Anche Plinio il Vecchio, nell’opera “Storia naturale”, afferma che grazie a un fenomeno atmosferico conosciuto col nome di “Fuoco di sant'Elmo”, durante i viaggi in mare si potevano vedere le stelle illuminate nella volta celeste. Vederne due significava che Castore e Polluce erano presenti durante il viaggio e la traversata avrebbe avuto dunque un esito positivo e sicuro.
Una celebre impresa di Castore e Polluce, che spiega il motivo per cui essi diventarono una costellazione, è legata a due donne e a un’altra coppia di gemelli. I Dioscuri, infatti, sottrassero a Idas e Linceo, anch’essi gemelli, le due donne promesse loro in matrimonio. Idas e Linceo, furiosi del rapimento, decisero quindi di inseguire i Dioscuri, e una volta raggiunti, diedero vita a uno scontro violentissimo. Secondo il mito, Idas trafisse Castore con la sua lancia, mentre Polluce riuscì a uccidere Linceo; a quel Idas cercò di finire anche Polluce, ma Zeus decise di intervenire folgorando Idas. Polluce, disperato per la perdita, chiese a Zeus di privarlo dell’immortalità, così da poter raggiungere il fratello. Il padre degli dèi, impietosito dal suo dolore, trasformò quindi i due gemelli in una costellazione, così da poter vivere insieme per l’eternità, e concesse loro di vivere, a turno, un giorno sull’Olimpo e l’altro sulla terra, nei pressi della loro tomba, a sua volta situata nella loro amata Sparta.
L’originalità di questa leggenda è che non presenta la rivalità che normalmente viene attribuita ai gemelli in altri racconti. Una coppia di gemelli particolarmente nota è infatti quella di Romolo e Remo, legata alla fondazione di Roma. I due fratelli divennero infatti rivali quando si scontrarono su chi avesse dato il nome alla città e nessuno dei due era il primogenito. Tuttavia, i gemelli erano in general considerati di buon auspicio, con numerose rappresentazioni iconografiche anche nella cultura etrusca.
Come è stato detto, la doppiezza è la principale caratteristica del segno e del mito: doppio è anche il glifo che lo identifica, un numero 2 in numeri romani unito da due linee orizzontali, le quali indicano la natura inscindibile di tale doppiezza. Anche il mito di Castore e Polluce mostra l’unione di due nature diverse, la coesistenza di mortale e immortale. Il pianeta che rappresenta i Gemelli è Mercurio, e anch’egli, come i Dioscuri, si muove con agilità dall’Olimpo all’Ade. Mercurio, a sua volta, è noto anche come Ermes, raffigurato con caratteristiche androgine. Ricorre quindi il tema del doppio, del dualismo e della convivenza degli opposti.
Lo stesso Taoismo cinese è basato sul Tao, sul superamento e successiva unione di Yin e Yang, dove il Tao è quindi l’Universo stesso, una forza eterna, essenziale e fondamentale che esiste in costante movimento. Pare che i gemelli, anche nella cultura cinese, siano considerati di buon auspicio, assumendo un valore portafortuna: agli sposi il giorno delle nozze vengono infatti regalate le statuette di He-he Er Xian, rappresentanti l’Unione e l’Armonia e considerati di buon augurio per un matrimonio sereno e fecondo.
In generale, il compito dei Gemelli è di mostrare che non c’è nulla di sbagliato nelle tante sfaccettature degli esseri umani, riconducibili spesso a palesi contraddizioni, quali razionalità e sensibilità, luce e ombra, maschile e femminile. Ciò che conta è la conoscenza profonda di tutti gli aspetti e il dialogo tra essi: è per questo che spesso ai Gemelli viene attribuita una eccellente capacità comunicativa e un’incredibile velocità di pensiero. Per gli stessi motivi, la carta dei Tarocchi che spesso viene abbinata ai Gemelli è l’Arcano Maggiore degli Amanti: anch’essa doppia, ben rappresenta la dualità del segno, che attraverso la velocità di comunicazione, e quindi con il confronto e il dialogo costruttivo, deve impegnarsi a superare l’eterno conflitto interiore causato dalle molteplici sfumature della propria personalità.



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