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Erisittone



Erisittone

Demetra, dea dell'agricoltura, era solita benedire campi e colture in cambio di offerte da parte dei suoi seguaci.


Durante un rituale in bosco a lei dedicato, Erisittone, re di Tessaglia, irruppe coi suoi taglialegna e iniziò ad abbattere gli alberi sacri alla dea.


Il sovrano si incaricò di abbattere personalmente una quercia consacrata, con l'intento di farne mobilio per la sua stanza da pranzo. Dopo i primi colpi però dalla quercia iniziò a sgorgare del sangue e, alcuni istanti dopo, ne uscì anche una figura di donna. La figura incorporea si rivelò essere Demetra stessa, che chiese a Erisittone i motivi di tanta empiezza. Il re non si curò delle parole della dea e continuò nella sua opera violenta.


Tornato a casa, Erisittone iniziò ad avvertire una fame inesauribile ei l suo desiderio di cibo non si placò nemmeno dopo svariati banchetti consecutivi. Arrivò a mangiare il suo intero gregge e tutti i suoi altri animali. Dilapidò tutte le ricchezze della sua famiglia per comprare cibo e vendette persino sua figlia Mestra; lo fece più volte in quanto il suo amante Poseidone le aveva dato il dono di prendere qualsiasi forma, il che le consentiva di mutarsi in un animale diverso ogni giorno per essere venduta e sfuggire poi ai suoi padroni.


Ma una di queste volte, Erisittone reso folle dalla fame finì per mangiare anche la figlia non riconoscendola sotto le sembianze di un asino.


Disposto a chiedere perdono a Demetra, Erisittone tornò nel bosco dove tutto ebbe inizio, ma la dea non rispose alle sue implorazioni.


Alla fine, Erisittone, per placare la sua fame, finì per divorare se stesso.



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