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El Silbòn


El Silbòn

In Venezuela, così come in ogni altra parte del mondo, c'è un grande varietà di storie dal sapore paranormale che sono entrate a far parte, nel corso dei secoli, del folclore e della storia locale.

Una di queste è proprio la storia di El Silbón, il fischiatore, nata intorno alla metà del XIX secolo nello Stato di Portoguesa.


Sulle origini di El Silbón esistono tre versioni che differiscono in alcuni particolari, ma che terminano tutte allo stesso modo.

In ogni versione El Silbón è un giovane ragazzo che uccide il padre (una volta colpevole di aver ucciso la sua ragazza, un'altra di non aver portato al figlio la carne di cervo che lui tanto voleva, e la terza di aver viziato troppo il ragazzo) e ne mangia le viscere, e per questo viene poi punito dal nonno, che lo lega a un albero sotto la stretta sorveglianza di due cani feroci, lo frusta e, dopo avergli pulito le ferite con alcol, peperoncino e succo di limone, lo maledice costringendolo a portare sempre con sé un sacco pieno delle ossa del padre.


Il ragazzo, secondo la leggenda, ora vaga alla costante ricerca di cibo e vendetta, e lo fa fischiettando una tipica scala musicale che oltre ad avvertire del suo passaggio sarebbe anche presagio di morte per chi lo ascolta, e in questi casi l'unico modo per far fuggire El Silbón sarebbe quello di avere con sé un cane, un peperoncino o una frusta, cose di cui ha terrore.


Molti abitanti del luogo giurano di averlo visto vagare, soprattutto nelle giornate umide e piovose di estate, affamato di morte e desideroso di punire perlopiù ubriaconi e donnaioli, e addirittura si dice succhi l'alcol attraverso l'ombelico degli ubriachi prima di farli a pezzi e mettere le loro ossa nel suo sacco maledetto.

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