El Mojon con cara
- Alla scoperta del mito
- 16 giu
- Tempo di lettura: 2 min

Quando Santa Cruz era ancora un piccolo villaggio, le case avevano davanti alle porte dei mojones, grossi pali di legno, usati per evitare che carretti trainati da cavalli o buoi colpissero le abitazioni. Quei pali servivano anche per legare i cavalli o indicare i confini delle strade.
In una casa dell’attuale via Republiquetas viveva una bellissima ragazza, sorvegliata giorno e notte da una madre severa che non approvava il suo innamorato: un giovane povero ma dal cuore puro. La madre, gelosa e sospettosa, non permetteva mai alla figlia di uscire, temendo che potesse incontrare di nascosto il ragazzo.
Lui, però, non si arrese. Ogni giorno si sedeva per ore davanti alla sua casa, sperando di vederla anche solo affacciarsi alla finestra. Così nacque il soprannome che la madre, esasperata, gli diede: “el mojón con cara”, il palo con la faccia. Il resto del paese, divertito dalla scena quotidiana, adottò presto quel nomignolo.
Con il tempo, il giovane cominciò a scolpire un volto umano su uno dei pali della strada, come se volesse lasciare lì per sempre la sua pazienza e il suo amore. Alla fine, la ragazza trovò un’occasione per scappare e fuggì con lui.
Quella che può sembrare una semplice leggenda ha però un fondamento reale. Il mojón con cara esiste davvero: un palo scolpito con un volto si trova ancora oggi su via Republiquetas. La tradizione vuole che fosse l’originale scolpito dal ragazzo dell’antica storia, ma quel palo fu distrutto nel 1947 da un trattore. In risposta, lo stesso anno il sindaco ne fece intagliare uno nuovo per preservare la memoria del racconto.
Nel 2010, dopo 63 anni, dei vandali lo sradicarono e lo danneggiarono. Le autorità, allarmate, lo cercarono per ore e riuscirono a recuperarlo. Fu restaurato e rimesso al suo posto, segno del profondo legame affettivo che i cittadini di Santa Cruz nutrono verso questa romantica reliquia urbana.
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