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Dagon


Dagon

Apparso per la prima volta nel racconto omonimo pubblicato nel 1919 e annoverato come secondo racconto mai scritto da H.P. Lovecraft.


Secondo alcuni si tratterebbe del racconto più importante dello scrittore, in quanto racchiude in sé il germe delle caratteristiche che animeranno le tutte le sue successive opere.


Dagon, a differenza delle altre creature lovecraftiane, è ispirato a una divinità già esistente in una delle tante mitologie mondiali. Parliamo del dio sumero della fertilità e dell'agricoltura. Oltre a portare lo stesso nome, le figure hanno in comune anche parte della descrizione fisica.


Il dio sumero è infatti rappresentato come un essere dal corpo metà umano e metà da pesce, mentre il Dagon di Lovecraft è un umanoide alto oltre trenta metri, dalle lunghe braccia con mani artigliate e palmate e dalla testa di pesce.


Dagon è considerato il signore supremo degli Abitatori del Profondo, sui quali regna insieme alla sua consorte Mother Hydra.


Secondo altri autori, Dagon entrerebbe nella categoria dei Grandi Antichi, anche se di rango minore, e identificato come vassallo di Cthulhu.


Questa versione sarebbe suffragata dal fatto che la vista di Dagon susciterebbe follia agli occhi degli spettatori, e dal potere dello stesso Dagon di influenzare mente e sogni degli esseri umani. Caratteriste, queste, comuni a tutti i Grandi Antichi.


"Poi, all'improvviso, lo vidi. L'essere affiorò dall'acqua nera con un solo risucchio: vasto, ciclopico e disgustoso sfrecciò verso l'obelisco come un meraviglioso mostro d'incubo, poi abbracciò la stele con le enormi braccia scagliose e piegò la testa, emettendo una serie di suoni misurati. Credo di essere impazzito allora."

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