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Capitan Kidd


Capitan Kidd

William Kidd nacque in Scozia nel 1645, e si trasferì giovanissimo a New York.


La sua carriera da corsaro iniziò nel 1689, quando gli venne affidata una nave, la Adventure Galley, col compito di catturare tutte le navi francesi e pirata che navigavano al largo delle coste del Madagascar.


Nel 1696 un terzo dell'equipaggio di Kidd morì a causa di un'epidemia di colera, e questo causò il deterioramento della Adventure Galley e il fallimento di molti attacchi e abbordaggi tentati da Kidd.


Arrivati finalmente in Madagascar, buona parte dell'equipaggio rimanente si ammutinò e passò dalla parte dei pirati.


Nonostante la lettera di corsa impedisse a Kidd un attacco a una nave di civili per scopi personali, decise di attaccare lo stesso un piccolo mercantile inglese al largo della costa di Malabar. Il pirata ne interrogò il comandante Parker, e nel frattempo alcuni pirati torturano gli uomini del capitano per sapere dove avessero nascosto i propri valori. Numerosi marinai furono appesi con funi e colpiti con i coltellacci. Kidd si impossessò delle provviste del vascello e costrinse Parker a rimanere a bordo per fare da timoniere.


Altre atrocità da parte dell'equipaggio di Kidd avvennero a Laccadive, e tali notizie arrivarono anche sulla terraferma, dove iniziarono a crearsi sospetti sulla condotta del corsaro.


Un altro episodio che segnò il destino del capitano avvenne il 30 ottobre del 1967, quando uccise il suo cannoniere, William Moore, colpendolo in testa con un secchio di ferro dopo una lite per futili motivi.


Venne ufficialmente riconosciuto come pirata nel 1698, quando catturò e saccheggiò la Quedah Merchant, una nave della Compagnia delle Indie, e non dichiarò la cosa al governo inglese, cercando di tenere per sé le enormi ricchezze che vi aveva trovato.


Kidd quindi rinominò la nave appena catturata in Adventure Prize e decise di andare in Madagascar.


Qui, dopo l'ennesimo ammutinamento del suo equipaggio, decise di vendere la nave e buona parte del bottino accumulato e di ritornare in America, a Boston dove negoziò con il suo socio in affari Lord Bellomont. Egli, considerando la sua posizione di governatore e volendo controllare il tesoro di Kidd, decise di far arrestare l'ex-socio per pirateria. In questo modo sarebbe stato scagionato da ogni coinvolgimento nelle sue imprese e ciò gli avrebbe consentito di accaparrarsi parte del tesoro.


Kidd venne posto in isolamento per un intero anno, durante il quale minacciò più volte il suicidio. Venne infine interrogato a Whitehall, solo per essere di nuovo incarcerato, stavolta a Newgate, per undici mesi. La prigione a cui fu destinato era considerata una delle peggiori del tempo in quanto ospitava i criminali in attesa di processo o di essere giustiziati. Nonostante fossero permesse visite, gioco d'azzardo, sesso e alcol la struttura era sovraffollata e pervasa da odori nauseabondi nonché dalle continue grida dei detenuti. La sua permanenza in prigione lo portò alla depressione e all'aggravarsi delle sue condizioni di salute.


Il 27 marzo del 1701 venne interrogato dalla Camera dei comuni. Kidd cercò di mettere in dubbio l'integrità del governatore Orford, ma il tentativo fallì miseramente. Dopo un secondo processo la giuria lo dichiarò colpevole sia per le accuse di omicidio che per i furti delle varie navi, e lo condannò a morte.


Kidd venne impiccato in pubblica piazza e ci vollero ben due impiccagioni per ucciderlo, visto che al primo tentativo la corda si ruppe.


Dopo l'esecuzione il suo corpo venne immerso nel catrame e appeso per due anni con catene ad una sponda del Tamigi, come avvertimento per gli altri pirati. In seguito il corpo di Kidd andò perso, anche se si ritiene che la corrente del Tamigi abbia trasportato i suoi resti sul fondo nei pressi di Tilbury.

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