top of page

Apollo e Giacinto


Apollo e Giacinto

Giacinto era un ragazzo dalla bellezza straordinaria. Talmente straordinaria che attirò l'attenzione di ben due divinità: Apollo e Zefiro.


Il giovane passava parecchio tempo con le due divinità, che cercavano di divertire e intrattenerlo per ottenere i suoi consensi e il suo amore.


Con Zefiro, il giovane volava tra i cieli fendendo le nuvole e lasciandosi trasportare dal vento, mentre con Apollo, Giacinto si intratteneva ascoltando le straordinarie melodie che il dio eseguiva con la sua lira.


Col passare del tempo, Giacinto iniziò a preferire Apollo, e la cosa colpì e ferì Zefiro.


Un giorno, mentre Apollo e Giacinto giocavano al lancio del disco, il giovane era pronto a ricevere il lancio del dio, ma proprio mentre il disco era in discesa, Zefiro fece partire una folata di vento che cambiò la traiettoria del disco, che finì per colpire con violenza la testa del povero Giacinto.


Apollo corse verso il ragazzo, e cercò di usare tutti i suoi poteri divini per salvare la vita del giovane, ma non ci fu niente da fare.


Il bellissimo ragazzo morì tra le braccia di Apollo che, disperato, decise di trasformarlo in un fiore dall'intenso colore, lo stesso del sangue che Giacinto aveva appena versato dalla ferita.


Apollo si sentì in colpa per la morte del suo amato compagno di giochi, e in suo onore scrisse la più triste, ma anche la più bella, melodia da lui mai composta.


Inoltre, prima di tornare in cielo, il dio si chinò sul fiore appena creato e scrisse di proprio pugno sui petali le lettere "ai", come simbolo del dolore provato per l'incidente.


Questo dolore si può ritrovare ancora oggi nei segni che sembrano incisi nelle foglie del giacinto, e che sono molto simili alle lettere A e I.

Commenti


Donazione
1 €
5 €
10 €
20 €
50 €
100 €
bottom of page