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Aiace d'Oileo



Aiace d'Oileo

La mitologia greca è piena di eroi iconici con ruoli decisivi nelle battaglie epiche e nelle avventure più famose dell'antichità, tuttavia esistono anche personaggi passati alla storia per la loro arroganza e per le loro azioni non propriamente eroiche.

Questo è il caso di Aiace d'Oileo, anche conosciuto come Aiace di Locride o Aiace il Minore, per distinguerlo dal suo omonimo Aiace Telamonio, o Maggiore.

Figlio di Oileo, re della Locride, Aiace d'Oileo fu un talentuoso e rapido guerriero, rinomato la sua destrezza e agilità in battaglia, ed ebbe un ruolo importante durante la guerra di Troia.


Schierato dalla parte degli Achei guidò un contingente di quaranta navi piene di uomini della Locride che si unirono alle forze di Agamennone, re di Micene.

Durante la guerra, Aiace d'Oileo fu uno dei guerrieri che più si contraddistinse mostrando coraggio e abilità nell'uso di lance e scudi, e uccidendo parecchi eroi troiani.

Nonostante le sue gesta in battaglia, Aiace d'Oileo è ricordato però per i suoi comportamenti a dir poco indegni.


Già in battaglia fu chiara la sua crudeltà e la sua totale mancanza di pietà verso i nemici. In un'occasione infatti staccò la testa al cadavere di Imbrio, guerriero troiano, e la lanciò verso i nemici in segno di disprezzo.

Ma il suo peggior gesto avvenne durante il sacco di Troia, quando non esitò a usare violenza carnale contro Cassandra, figlia di Priamo, all'interno del Tempio di Atena, con la ragazza che cercò di aggrapparsi alla statua della Pallade Atena, che venne a sua volta trascinata a terra e rotta dalla violenza di Aiace.


Infuriata per tale gesto, Atena (che già aveva punito in precedenza l'arroganza dell'uomo facendolo scivolare sul letame durante la corsa dei giochi funebri in onore di Patroclo) chiese a Zeus di punire il profanatore e tutti i suoi uomini, e fu così che una tremenda tempesta colpì le navi di Aiace durante il ritorno in patria.

Tuttavia, contro ogni previsione, Aiace riuscì a sopravvivere aggrappandosi a uno scoglio (probabilmente messo lì da Poseidone), ma l'uomo, ancora in balia della sua arroganza, si convinse di essersi salvato solo grazie alle sue forze e gridò agli dèi che non potevano ucciderlo, di fatto sfidandoli.


Poseidone, infuriato per la mancanza di rispetto, colpì lo scoglio con il tridente e lo fece affondare, lasciando Aiace d'Oileo ad annegare nei suoi peccati e nella sua arroganza.



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