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Shaka - Primo sovrano degli Zulu


Shaka

Shaka (a volte scritto Chaka o Tshaka) è stato il fondatore e primo sovrano dell'impero Zulu. A lui è dato credito di aver creato una devastante forza militare che riuscì a conquistare l'intera regione, e la sua vita è soggetto di numerose e particolari storie, alcune delle quali sono ancora oggetto di discussione da parte degli storici.


Shaka era figlio di Senzangakona, capo villaggio Zulu, e di Nandi, principessa orfana del vicino clan dei Langeni, e nacque nel 1787 prima che i suoi genitori si unissero in matrimonio, cosa che violava le leggi Zulu e per questo il bambino non fu mai visto di buon occhio.

La coppia si separò quando Shaka aveva sei anni, e Shaka si trasferì con la madre a vivere nel territorio Langeni, dove visse senza un padre e con la madre disprezzata da tutti.

Nel 1802 i Langeni esiliarono Nandi, che trovò riparo dai Dletsheni, un sottocaln dei potenti Mthethwa. Qui, quando Shaka compì ventitré anni, il capo Mthethwa Dingiswayo lo fece arruolare per il servizio militare, e nei successivi sei anni Shaka servì egregiamente come guerriero del potente impero.

Quando nel 1816 morì Senzangakona, Dingiswayo concesse a Shaka di tornare a casa e di prendere il suo legittimo posto come capo degli Zulu.

Il clan Zulu all'epoca contava poco meno di 1500 persone, ed era uno dei più piccoli tra i circa 800 clan della zona.

Dall'arrivo di Shaka le cose però iniziarono a cambiare, e per gli Zulu cominciò una straordinaria ascesa verso il potere.

Il suo primo atto fu quello di riorganizzare l'esercito, dal momento che gli Zulu erano armati con nient'altro che con leggere lastre di metallo come scudo e lance spuntate come arma, trasformando di fatto ogni battaglia in una resa praticamente immediata...

Shaka fornì al suo popolo lance affilate che potevano essere utilizzate anche corpo a corpo, e istituì un sistema di reggimenti dividendo i vari gruppi per età e grado.

Sviluppò inoltre delle tattiche standard di combattimento che prevedevano di dividere l'esercito in quattro gruppi: il più forte si avvicinava con violenza agli avversari, mentre altri li due accerchiavano e attaccavano ai fianchi e ai lati. Il quarto gruppo era di "riserva", pronto a entrare in campo in caso di necessità di uno qualunque dei gruppi, in modo che non rimanessero mai sguarniti.

Le battaglie erano dirette dagli "indunas", officiali che gesticolavano per segnalare ai gruppi quando entrare in gioco.

L'esercito copriva tranquillamente circa 80km al giorno, portandosi dietro grano e bestiame dal villaggio e accompagnato da giovani ragazzi che avevano il compito di preparare il campo per la notte e di cucinare.


Shaka combatteva per sterminare gli eserciti avversari e per inglobare quello che poi rimaneva dei clan, aumentando così la popolazione Zulu. Per prima cosa decimò decine di clan vicini, partendo proprio dai Langeni (vendicandosi brutalmente di tutti quelli che gli avevano reso l'infanzia difficile), e in meno di un anno il clan Zulu quadruplicò in numero.

Nel 1817 morì Dingiswayo, e con la caduta del clan Mthethwa cadde anche l'ultimo ostacolo tra il clan Zulu e la completa ascesa al potere.


Nel giro di due anni Shaka sconfisse tutti i clan che avrebbero potuto dargli un minimo fastidio, e il suo esercito era ormai talmente vasto da poter attaccare anche i Ndwandwe e i Qwabe, potenti clan del sud della zona.

Nella battaglia di Gqokli Hill (1818) gli Zulu ottennero una vittoria schiacciante. Due anni dopo la battaglia al fiume Mhlatuze segnò l'esito della guerra: i Ndwandwe furono colti di sorpresa e sbaragliati e la loro capitale invasa e messa a ferro e a fuoco.


Nel 1824 i primi europei arrivarono a Port Natal (odierna Durban, Sudafrica), e lì una dozzina di coloni stabilirono la Farewell Trading Company e si misero in contatto con Shaka, la cui capitale distava circa 160km. Shaka, seppur convinto di essere superiore agli europei, permise loro di restare nelle vicinanze senza causare problemi.


Nel 1827 Nandi, madre di Shaka, morì di dissenteria e questo fu un duro colpo per il re, molto legato alla madre. Al suo funerale fece uccidere circa settemila sudditi e ordinò un digiuno collettivo di tre mesi, proibì la coltivazione di grano e la produzione di latte per un intero anno, e uccise tutte le donne incinte e persino le mucche che avevano appena partorito, in modo che "anche i vitelli sapessero come ci si sente a perdere una madre".

Il malcontento aumentò a dismisura, e l'autorità di Shaka si indebolì di conseguenza, sfociando inevitabilmente in numerose cospirazioni ai suoi danni fino all'ultima, quando Dingane e Mhlangane, due fratellastri di Shaka, approfittando della momentanea assenza di gran parte dell'esercito, lo assassinarono nel 1828.

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