Nanshe
- Alla scoperta del mito

- 24 apr
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Figlia delle divinità sumere Enki, dio della saggezza e dell'acqua dolce, e Ninhursag, dea madre, Nanshe è una profetessa divina e un oracolo, tanto è vero che i sacerdoti dei templi a lei dedicati servivano come interpreti dei sogni, e la stessa Nanshe comunicava con loro tramite sogni.
In alcuni miti è sorella di Nisaba, dea della scrittura, e del dio-eroe Ninurta e, in altri, sorella di Inanna ed Ereshkigal. Suo compagno era Haia, dio dei magazzini, anche se originariamente veniva legata a Nindara, il fratello maggiore di Hendursag, il dio locale di Lagash, conosciuto come un grande guerriero e "esattore delle tasse del mare", sebbene il significato dell'epiteto non sia chiaro.
È una dea della fertilità, intesa sia come fisica che creativa, e gli Inni Sumeri la descrivono come una benefattrice delle città, in particolare di Nina (l'attuale Surghul in Iraq) e dei villaggi e come protettrice dei membri più deboli della società.
Nanshe presiede infatti sulle vedove, sugli orfani e sui rifugiati.
Dato il suo rapporto con Haia era conosciuta anche come la Signora dei Magazzini e, in questa veste, si assicurava che pesi e misure fossero corretti. Fu proprio in questo ruolo, legato al commercio, che la sua popolarità crebbe.
Tuttavia può essere anche malevola, ma solo per punire chi offende lei e i suoi seguaci, causando malattie mentali, disturbi psichici e terribili incubi a chi si macchia di tali azioni.
Ha inoltre il dominio sulla pesca, e proprio per questo uno dei suoi attributi o simboli è un contenitore colmo d'acqua e con dei pesci al suo interno.
È raffigurata su un sigillo cilindrico come una donna che danza sopra l'acqua affiancata da due Anuna alati, ed è appresentata anche dal simbolo del pesce e del pellicano; il pesce la collega all'acqua ma simboleggia anche la vita, mentre il pellicano, che nella leggenda si dice si sacrifichi per nutrire i suoi piccoli, simboleggiava la sua devozione all'umanità.



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