Il demone nero di Moneglia
- Alla scoperta del mito
- 19 apr
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Siamo a Moneglia, in provincia di Genova, e nel 1396 Monna Benvenuta, moglie del mercante Leonardo di Solarolo di Lavagna, eseguì un lascito testamentario in favore dei frati francescani affinché nel paese venisse eretta una chiesa votiva a San Giorgio.
I frati eseguirono, e gestirono la chiesa per circa due secoli arricchendola con opere di grande bellezza e prestigio.
Tra queste opere spicca sicuramente il protagonista della nostra storia, ossia un magnifico polittico dedicato a San Ludovico da Tolosa, eseguita dal pittore genovese Giovanni Barbagelata nel 1503.
L'opera consiste in una tavola ricoperta di foglie d'oro, raffigurante San Ludovico in trono con un ricco mantello ricamato con gigli di Francia, e con ai suoi lati i santi Ambrogio, Stefano, Nicola, e Antonio Abate.
Qual è quindi la peculiarità di quest'opera?
Arriviamo al gennaio del 1550, e nella notte tra il 6 e il 7 a Moneglia scoppia una terribile burrasca: tuoni, fulmini e nubi gonfie di pioggia riempiono il cielo notturno.
Il vento sferzava forte, riuscendo addirittura a strappare via la croce del campanile della chiesa di San Giorgio.
La caduta della croce non passò inosservata in paese, ma ad attirare maggiormente l'attenzione degli abitanti fu ciò che ne aveva preso il posto: un piccolo demone nero che sedeva proprio lì dove prima c'era la croce.
Spaventati e infuriati per l'abominio, gli abitanti gli andarono incontro armati di forconi e amuleti, ma il demone fuggì via trasformandosi in una piccola bestia nera e si rifugiò ai piedi dell'opera, e più precisamente ai piedi di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali.
Tuttavia, il Santo riconobbe l'anima demoniaca della creatura e la immobilizzò con il suo lungo bastone, trattenendola per sempre nel dipinto.
E fu così che dal 7 gennaio 1550 l'opera di Barbagelata si arricchì di un dettaglio che prima non esisteva.
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