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Francois l'Olonese


Francois l'olonese

Jean David Nau, meglio noto come Francois l'Olonese, è stato uno dei più noti bucanieri della storia, non solo per via dei suoi successi, ma anche per la sua propensione alla tortura ed uccisione delle sue vittime, che spesso faceva a pezzi personalmente con il suo coltellaccio, anche qualora avesse loro precedentemente promesso, in cambio della resa, la salvezza della vita.


Jean David nacque a Les Sables-D'Olonne, in Francia, nel 1634, ma non esistono notizie documentate sulla sua infanzia e giovinezza.


L'unica cosa certa è che arrivò ai Caraibi nel 1650 come semplice marinaio, e che fu sollevato dall'incarico nel 1660. Iniziò quindi a vagare per i mari della zona, e si stabilì nella odierna Haiti, dove la sua carriera da bucaniere ebbe inizio.


L'Olonese era solito attaccare le navi spagnole sulle coste dello Yucatan, ma dopo diversi successi perse la nave durante una tempesta. Tornato a Tortuga ottenne una nuova nave, ma proprio nel primo viaggio con questa subì un attacco che lo vide sconfitto e catturato. L'intero equipaggio venne ucciso dai soldati spagnoli, ma lui riuscì a salvarsi nascondendosi tra i cadaveri e indossando l'uniforme di un soldato morto, e così fuggì rubando una nave nemica. Con solo due canoe e venticinque uomini riuscì a sconfiggere un vascello spagnolo con novanta marinai a bordo. L'Olonese li uccise tutti tranne uno, che venne inviato al governatore spagnolo a l'Avana con il messaggio che non sarebbero mai riuscito a catturarlo vivo.


Nel 1666 tornò a Tortuga dove costituì, insieme a Michele "il Basco", una piccola flotta composta da otto navi e oltre seicento uomini. Memorabile il loro attacco a Maracaibo. Dopo aver distrutto il porto e ucciso centinaia di uomini, i due si fecero pagare un'enorme quantità di ricchezze in oro, gioielli, cacao e tessuti per liberare il porto e la città. I due però si spostarono solo di qualche chilometro e assediarono la vicina città di Gibraltar. Qui, nonostante il pagamento di un riscatto comprendente oltre ventimila pesetas e quasi mille mucche, i due non si fermarono e decisero di saccheggiare l'intera città uccidendo chiunque si fosse opposto. L'operazione finì in un bagno di sangue e il bottino ammontò a oltre 260000 pesetas, gemme, seta e innumerevoli schiavi da rivendere.


Nel diciassettesimo secolo, lo storico Alexandre Exquemelin riportò che l'Olonese era solito uccidere i suoi avversari aprendogli il petto con un colpo di spada, per poi strappare via il cuore a mani nude. O anche legando una corda intorno al collo, stringendo fino a far esplodere gli occhi dalle loro cavità.


Le scorribande di Francois e della sua ciurma continuarono in questo modo per svariati anni, fino a quando nel 1670 cercò di conquistare Città del Guatemala.


L'attacco fallì a causa di una inaspettata tempesta che distrusse buona parte delle sue navi. Con una zattera cercò di risalire il fiume San Juan dove però si scontrò con le tribù indigene e venne catturato dalla tribù dei Kuna. Exquemelin riporta che i nativi lo fecero a pezzi, buttandolo poi nel fuoco per mangiarselo.


La leggenda dice che i nativi trovarono le sue carni molto buone e in seguito aspettarono a lungo che altri come lui approdassero su quelle spiagge.


"Estrasse la sua sciabola, e con essa aprì il petto di uno di quei poveri spagnoli, e tirando fuori il suo cuore con le sue mani sacrileghe, iniziò a morderlo e rosicchiarlo con i denti, come un lupo famelico, dicendo all'altro: "Vi servirò tutti allo stesso modo, se non mi mostri un altro modo per raggiungere San Pedro"."

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