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Datsueba



Datsueba

Nella mitologia buddista giapponese Datsueba è una dea della soglia, incaricata di spogliare i peccatori che arrivano al Fiume delle Tre Strade, soglia dell'Inferno.


Le prime menzioni di Datsueba risalgono alle scritture giapponesi dell'XI secolo e alle storie religiose, la più antica delle quali è probabilmente l'Hokke genki, scritta da Chingen, monaco Tendai, tra il 1040 e il 1044.


Datsueba non attraversa mai il fiume né entra all'inferno ed è assistita dal suo consorte Kenne-o.I peccatori che arrivano lì vengono spogliati dalla dea che appende poi i loro vestiti sugli alberi e invia le anime nude a incontrare i Re dell'Inferno.È uno spirito feroce ed implacabile e per niente gentile, tanto è vero che se qualcuno arriva senza vestiti è molto probabile che finisca con la pelle strappata via dal corpo.


È inoltre un'agente di punizione e mentre toglie i vestiti (o la pelle) ai peccatori, inizia anche a distribuire loro le punizioni che ritiene appropriate: ad esempio rompe le dita ai ladri e compie atti indicibili verso gli stupratori.

La sua giustizia non fa eccezione nemmeno per bambini o neonati, che vengono anche loro spogliati dei vestiti e tormentati, incoraggiati a costruire tumuli di pietre dicendo loro che sono scale per il Paradiso. In realtà ogni volta che un bambino riesce a mettere insieme due o tre rocce, Datsueba o uno dei suoi sottoposti le butta giù e il bambino è costretto a ricominciare.



Fortunatamente il bodhisattiva (essere vivente destinato a conseguire la bodhi ("illuminazione"), cioè a divenire un Buddha) Jizo veglia su questi bambini prima confortandoli e poi salvandoli dalle grinfie di Datsueba.



Datsueba appare anche nel Jizō jūō kyō, un testo di origine giapponese basato sulla Scrittura cinese sui Dieci Re.Questo testo descrive che in realtà ci sono tre possibili passaggi attraverso il fiume: sensuise (acque poco profonde), kyōto (ponte) e kyōjinse (correnti forti e profonde). L'ultimo dei tre è riservato a coloro che hanno accumulato un gran numero di cattive azioni nella loro vita, mentre a coloro che sono colpevoli solo di cattive azioni minori è permesso di guadare le acque basse, e agli spiriti virtuosi è permesso di attraversare il fiume Sanzu attraverso il ponte, evitando completamente le acque.


Tuttavia esistono anche altri aspetti della dea, infatti durante l'era Kaei (1848-1854), Datsueba assunse una presentazione drasticamente diversa attraverso una sua statua nel tempio Shōjuin nella città di Edo. Questa statua ottenne una popolarità diffusa grazie alla convinzione che conservasse il potere di esaudire desideri e benefici mondani ai fedeli che visitavano la statua.

Ritratta come una vecchia strega di solito è seduta a terra con un ginocchio in su e il seno parzialmente esposto.



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