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Camille Monfort


Camille Monfort

Per la storia di oggi facciamo un salto a Belém, in Brasile, e un viaggio nel tempo che ci riporta alla fine dell'Ottocento. Tale luogo, precisamente nel 1896, diventa improvvisamente e incredibilmente prospero, grazie al commercio di gomma prodotta in Amazzonia ed esportata in tutto il mondo. Con tali ricchezze la gente del luogo comincia a ispirarsi allo stile di vita europeo, imitandone anche le abitazioni e importandone relativi materiali di costruzione. In questo periodo florido anche l'arte ne giovò: il Theatro da Paz divenne il più importante centro culturale della città, attirando giovani talenti e artisti da tutta Europa.


Tra loro una in particolare si distingueva: era Camille Marie Monfort, una cantante lirica francese dalla bellezza incredibile e dall'enorme talento, vissuta tra il 1869 e il 1896. A causa di tali caratteristiche non era ben vista dalla gente del luogo: negli uomini infatti provocava desideri sconvenienti, e nelle donne suscitava ovviamente una fortissima gelosia. A ciò si devono aggiungere i pettegolezzi che ben presto cominciarono a nascere sul suo conto: pare fosse l'amante di un uomo ricchissimo chiamato Francisco Bolonha, lo stesso che l'aveva portata in Brasile dall'Europa.


L'uomo, grazie al suo patrimonio e all'amore che provava per la giovane era disposto ad assecondarla in tutti i suoi capricci, inclusi -pare- lunghi bagni in vasche riempite di pregiato champagne. Ma non finisce qui: ciò che scandalizzava di Camille erano anche i suoi comportamenti liberi, fin troppo disinibiti per l'epoca. Fu vista infatti ballare seminuda sotto la pioggia per le strade della cittadina e camminare in piena notte da sola, avvolta nei vaporosi abiti dell'epoca; tali uscite avvenivano spesso anche vicino le rive del fiume Guajará, precisamente nei pressi dell'Igarapé das Almas, durante le notti di luna piena.


A causa del suo pallore, eccessivo per essere considerato semplicemente nobiliare, si diceva fosse stata contagiata dal morbo del vampirismo e che fosse arrivata in Amazzonia ammalata e contagiosa. Questo, secondo le persone, avrebbe spiegato non solo le strane camminate in solitaria, ma anche i numerosi svenimenti che avevano luogo in teatro durante le sue esibizioni. Pare infatti che prima di andare in scena Camille conducesse delle giovani donne nel suo camerino, per poi addormentarle e succhiare loro il sangue, così da assecondare la sua malattia. I molteplici mancamenti non furono più attribuiti quindi alla forte emozione provata durante gli spettacoli, ma ai morsi dati dalla strana cantante alle ignare ragazze. Stando sempre ai racconti sul suo conto, si dice che partecipasse a sedute medianiche, durante le quali manifestava la sua capacità di comunicare con i defunti e ne materializzava gli spiriti attraverso una densa foschia che proveniva dal suo stesso corpo. Alla fine del 1896 il colera arrivò a Belém.


Tale epidemia mieté un numero incredibile di vittime, tra cui anche Camille Monfort, che fu seppellita nel Cimitero della Soledade. Ancora oggi la sua tomba si trova lì, ricoperta dal muschio e dalla vegetazione prodotti dal tempo, ombreggiata da uno dei numerosi alberi di mango, che donano infatti a Belém anche il nome di Cidade das Mangueiras (Città dei Manghi). Il monumento funebre è un mausoleo in stile neoclassico, con una porta tenuta chiusa da un vecchio lucchetto. Qui è possibile trovare un busto femminile in marmo bianco e un ritratto raffigurante una giovane fanciulla vestita di nero.


La frase sulla lapide recita: "Qui giace Camila María Monfort (1869-1896), La voce che incantò il mondo". Tuttavia, secondo alcuni la tomba sarebbe vuota, e avrebbe costituito un semplice escamotage per nascondere il caso di vampirismo e permettere a Camille di sfuggire alle conseguenze della sua situazione. Addirittura c'è chi dice che sia ancora viva, e che gironzoli indisturbata per l'Europa all'età di 154 anni. La stranezza dell'intera vicenda è che, di quanto raccontato, non esistono riscontri specifici nella realtà. Pare infatti che non sia mai vissuta una cantante di nome Camille Monfort, tantomeno a Belém, né che gli abitanti della città a fine Ottocento avrebbero potuto improvvisamente arricchirsi.


Ancora, l'Igarapé das Almas pare sia divenuto noto dapprima come luogo legato al folklore popolare, che considerava il luogo infestato da spiriti e fenomeni soprannaturali, e solo in un secondo momento, proprio grazie a questa popolarità, avrebbe donato il nome a un tratto del fiume. La tomba stessa apparterrebbe in realtà a una famiglia locale, quella del senatore Justo Chermont, e il ritratto che l'ha fatta conoscere in Internet sarebbe di una giovane inglese, se non addirittura creata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale.


Quest'ultima ipotesi è stata alimentata dall'oggetto che la ragazza stringe tra le sue mani in foto: sarebbe una "carte cabinet" (ossia una custodia per biglietti da visita) che però di sfuggita somiglia a un telefono cellulare. Vi sono tuttavia anche degli elementi di verità. Belém è effettivamente conosciuta per la gomma amazzonica, così come vero è il nome del teatro cittadino. Inoltre, le sedute medianiche alle quali avrebbe partecipato la fantomatica Camille rispecchierebbero un fenomeno reale e molto più vasto che proprio in quegli anni stava prendendo piede in Brasile, quello dello spiritismo, praticato nei ricchi palazzi del Paese, tra cui il Palacete Pinho, splendido e storico palazzo di Belém.


Indipendentemente da quale sia la verità, molti concordano nel dire che Camille Monfort e la sua storia rappresentino un simbolo, una dimostrazione di quanto le donne, ancor più in passato, venivano osteggiate se "osavano" essere belle, talentuose e soprattutto sceglievano di non piegarsi ai canoni della società. Personalmente, nonostante il mio essere suggestionabile, sarei parecchio curiosa di visitare la tomba e in seguito trarre delle conclusioni, e voi?

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