Mercy Brown
- Alla scoperta del mito
- 20 mag
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Il caso di Mercy Brown avvenne a Rhode Island, negli USA, nel 1892.
L'avvenimento fa parte dell'ampia serie di casi riguardanti il panico sul vampirismo del New England.
Nella cittadina di Exeter, la famiglia di George e Mary Brown venne colpita da diversi casi di tisi (tubercolosi), e proprio Mary fu la prima a morire, seguita subito dopo dalla figlia maggiore, Mary Olive, nel 1886.
Quando anche Mercy si ammalò, amici e vicini iniziarono a credere che la malattia fosse dovuta all'influenza di vampiri.
Vennero allora effettuati molti riti per cercare di scacciare i presunti spiriti dal corpo di Mercy, ma la ragazza morì nel gennaio 1892, a soli 19 anni.
A quel punto, George Brown venne convinto a riesumare i corpi dei cadaveri, e gli abitanti del villaggio, insieme al dottore locale e a un giornalista, si affrettarono ad aprire le tombe della famiglia Brown.
I corpi di Mary e Mary Olive mostrarono i normali segni di decomposizione, e vennero quindi escluse dai "sospetti", il corpo di Mercy invece si presentò in maniera ben diversa.
La ragazza aveva infatti lo stomaco gonfio, sangue alla bocca, unghie e capelli cresciuti, e al momento dell'apertura della bara il suo corpo emise un suono gutturale.
I presenti gridarono subito alla stregoneria e imposero al padre di colpire il cuore della ragazza con un paletto, di bruciarne cuore e fegato e di mescolare le ceneri con acqua al fine di creare un tonico che avrebbe dovuto salvare la vita al suo ultimo figlio, Edwin, anch'egli malato di tisi. Ovviamente la soluzione servì a poco, e il ragazzo morì due mesi dopo.
Ciò che rimase del corpo di Mercy fu sepolto nel cimitero della Chiesa battista di Exeter, e solo quando passò il periodo del panico sui vampiri ci si rese conto che il corpo di Mercy era in quello stato solamente perché morta da poco, e quindi ancora nel pieno processo di decomposizione.
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