Bellona
- Alla scoperta del mito

- 18 mag
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Nella mitologia romana, Bellona era considerata l'incarnazione della guerra, ed era associata, spesso come moglie, a Marte, dio della guerra.
Controparte della divinità greca Enio (personificazione dell'urlo di guerra), Bellona era rappresentata sempre armata di elmo e corazza, e con una lancia o una torcia tra le mani, e molto spesso mentre guidava un carro trainato da quattro cavalli.
L'etimologia del nome deriva dal precedente Duellona, esso stesso un derivato dell'antico latino "duellum" (guerra), che si trasformò in "bellum" nel latino classico.
Il suo tempio a Roma fu costruito da Appio Claudio Cieco durante la guerra con Etruschi e Sanniti, e si trovava all'esterno delle Mura serviane nell'area del Circo Flaminio, e al suo interno il senato romano riceveva gli ambasciatori stranieri.
Nelle vicinanze del tempio si ergeva poi una colonna denominata "la guerriera", contro la quale il sacerdote di Giove Feretrio gettava una lancia ogni volta che una guerra veniva dichiarata.
La sua festa veniva celebrata il 3 giugno, e i suoi sacerdoti, i bellonari, usavano ferirsi braccia e gambe come sacrificio di sangue in suo onore.
Poiché ritenuta una dea volubile e e irascibile, raramente veniva venerata apertamente ma, nonostante questo, prove del suo culto possono essere trovate in tutta Roma.
Ad esempio è possibile trovare delle iscrizioni nel Foro di Augusto, risalenti al tempo della guerra con Pirro.
Il suo culto non era però limitato a Roma, e aveva un tempio addirittura a York, in Inghilterra, dove attualmente si trova la chiesa di San Pietro.



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