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Astarte


Astarte

Divinità fenicia della fertilità, della fecondità e della guerra, Astarte era la controparte della babilonese Ishtar, con la quale condivideva anche il figlio/consorte Tammuz.


Rappresentata dai fenici come una donna con corna da mucca, simbolo di fertilità, dagli assiri e dai babilonesi era invece ritratta mentre accarezzava un bambino.

Era associata alla Luna, e presiedeva sulle anime dei morti, che vivevano in cielo sotto forma di sfere di luce e potevano essere visti dalla Terra come stelle.


La prima menzione di Astarte è datata 1478 a.C., tuttavia in quel periodo il suo culto era già ben radicato. Culto che col passare del tempo si allargò dalle regioni della Fenicia a quelle più occidentali fino ad arrivare in Grecia, a Roma e addirittura alle isole britanniche, tanto è vero che altre sue controparti furono Iside e Hathor in Egitto, Kali in India e Afrodite e Demetra in Grecia.

A lei venivano sacrificati animali appena nati (e talvolta anche neonati umani), e veniva onorata e venerata tramite riti di natura sessuale condannati dai profeti dell'Antico Testamento cristiano.

Ed è infatti nominata nella Bibbia come una divinità abominevole e rappresentazione di idolatria maligna, come è possibile leggere nel Deuteronomio 16:21:


"Non pianterai alcun idolo d’Astarte, di qualsivoglia specie di legno, allato all’altare che edificherai all’Eterno, ch’è il tuo Dio."


Sempre dalla religione cristiana è stata talvolta addirittura identificata col demone Astaroth.

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