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Loki


Loki

Loki, Dio dell'astuzia, degli inganni e della distruzione.


Figura tanto importante nel pantheon norreno quanto ambivalente, a partire dal nome.


L'etimologia del nome Loki è infatti legata al fuoco, elemento che può essere sia benevolo e portatore di vita, sia malevolo e dispensatore di morte. In altre occasioni il suo nome è legato all'aria, altro elemento altamente mutevole.


Figlio del gigante Farbauti, correlato ai fulmini, e della dea Laufey, "Isola di foglie", deve a questo il suo legame col fuoco. Si dice infatti sia stato generato da un fulmine che colpì le foglie, facendo nascere il fuoco.


E Loki tiene fede al suo nome. Si macchierà di azioni malvagie, scherzi e dispetti anche piuttosto pesanti, ma si dimostrerà anche un ottimo aiutante per le altre divinità e salverà in più occasioni gli altri dèi bisognosi di aiuto.


Unito in matrimonio con la dea Asi Sigyn, Loki genererà divinità benevole come Narfi e Vali. Quando poi però si unirà con la gigantessa Angrobda genererà tre figli mostruosi. Parliamo di Hel, padrona degli inferi e caratterizzata da un corpo metà vivo e metà morto; Fenrir, gigantesco lupo che avrà un ruolo fondamentale nel Ragnarok; e il gigantesco serpente Jormungandr, talmente grande da tenere il mondo tra le sue spire.


Riusciva inoltre a generare streghe usando solo i suoi poteri e la sua magia. Magia carpita osservando Odino che, appeso a un albero, studiava le rune magiche.


Proprio a causa della sua abilità con la magia e le illusioni si attirò le inimicizie di molti dèi che lo accusarono per questo di "giacere come le donne", essendo la magia e il trasformismo legati alle figure sciamaniche.


Il trasformismo però venne utile agli Asi quando promisero il sole, la luna e la mano di Freya (la più bella tra le dee) a un fabbro, se questi avesse costruito mura protettive attorno ad Asgard in meno di diciotto mesi.


Il fabbro, un gigante di brina, ci stava quasi riuscendo grazie all'aiuto dell'enorme stallone Svadilfari. Loki quindi si trasformò in cavalla e "distrasse" lo stallone. Da questa unione nacque poi Sleipnir, cavallo a otto zampe che diventerà la cavalcatura di Odino.


Sì, avete capito bene, venne partorito da Loki sotto forma di cavallo.


Loki però, come dicevamo, era anche solito a fare continui scherzi alle altre divinità. Tra le sue memorabili gesta ricordiamo di quando rasò a zero i capelli di Sif, di quando durante una sessione di pesca attaccò all'amo di Thor nientemeno che Jormungandr, o quando si trasformò in tafano e andò a infastidire i nani che stavano forgiando Mjolnir, il leggendario martello di Thor.


Nonostante questo, Loki era comunque sopportato dai suoi pari. Era ritenuto un male necessario, il giusto equilibrio tra il bene e il male.


Fin quando non ne combinò una grossa. Molto grossa.


Baldur, divinità della benevolenza e figlio di Odino, aveva da qualche giorno presagi sulla sua morte. La madre, Frigg, radunò quindi ogni essere esistente imponendo un giuramento universale: niente avrebbe mai dovuto arrecare danno al figlio.


Gli dèi quindi iniziarono a divertirsi scagliando contro Baldur qualunque cosa, ben sapendo che niente poteva nuocergli.


A Loki però questo gioco non piaceva e decise di porvi fine. Si trasformò in donna mortale e carpì a Frigg l'unico punto debole di Baldur: il vischio. La dea riteneva la pianta inoffensiva e non la fece giurare. Loki ne raccolse quindi una piantina e si recò dal fratello di Baldur, Hodr, cieco dalla nascita. Gli disse che non era giusto che lui non partecipasse al gioco e gli diede la piantina da scagliare contro il fratello. Il vischio volò come una freccia e uccise Baldur sul colpo, tra lo stupore degli altri dèi.


Si tenne dunque il funerale di Baldr, a cui partecipano tutte le creature del mondo a testimonianza di quanto il dio fosse amato, mentre Hermod, altro fratello di Baldur, si recò da Hel nella speranza di riportare il fratello nel mondo dei vivi. La regina degli inferi acconsentì, a patto che però tutti gli esseri della Terra, vivi o morti, piangessero per Baldur.


La condizione sembrava essere stata soddisfatta finché non si arrivò alla gigantessa Thokk (probabilmente Loki sotto mentite spoglie), che si rifiutò di prendere parte al cordoglio, condannando per sempre Baldur alla morte.


Le altre divinità non perdonarono la cosa a Loki e lo rinchiusero e incatenarono in una caverna con un serpente che gli avrebbe continuamente versato il suo veleno corrosivo sul viso. Solo la moglie Sigyn lo aiuterà, raccogliendo il veleno in una coppa ed evitando peggiori sofferenze al marito. La coppa però di tanto in tanto dovrà essere svuotata, e allora Loki subirà atroci dolori, al punto da provocare terremoti a causa del suo contorcersi.


Loki riuscirà a liberarsi dal supplizio solo alla fine dei tempi, quando durante il Ragnarok verrà chiamato a combattere fino alla morte con Heimdallir, guardiano di Asgard.

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