Acli
- Alla scoperta del mito

- 11 apr
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«E presso a loro stava la querula Acli odïosa,
pallida, magra, cascante di fame, e gambe stecchite,
e l'unghie lunghe lunghe sporgean dalle dita: colava
dalle narici moccio, cadevano giú dalle guance
stille di sangue; ed essa, con grande stridore di denti,
stava, e sugli òmeri suoi si addensava la polvere fitta,
molle di pianto.»
Acli è un'antica dea greca simboleggiante le nebbie della morte.
Personificazione della miseria e della tristezza, era così rappresentata sullo scudo di Ercole: pallida, emaciata e piangente.
Era inoltre la dea del veleno, e secondo il Dionysiaca fornì a Era i fiori di campo che le permisero di diffondere un incantesimo di sonno sui figli delle ninfe lamuside.
Dopo averli addormentati, la dea distillò il veleno e lo sparse sui capelli e sul volto dei ragazzi, cambiando la loro forma umana in quella di centauri.
Secondo alcune fonti, Acli sarebbe esistita anche prima del Caos, mentre altre invece la considerano figlia di Nyx, dea della notte.



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