Il Trionfo Romano
- Alla scoperta del mito
- 18 mag
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Come tutti ben sappiamo, nel corso del tempo l'Impero Romano ha vinto numerosissime battaglie e guerre, e molto spesso la celebrazione di tali eventi finiva con un Trionfo, la cui magnificenza e gloria affascinava le folle nelle strade di Roma.
Questa grande parata era un'espressione di vittoria e potere, nonché il massimo onore raggiungibile per un generale, atto di celebrazione per aver sconfitto nemici stranieri e affermazione della posizione di leader militare.
La marcia trionfale iniziava fuori dai confini della città, al Campo Marzio, ed era qui che il comandante, ornato dei simboli di vittoria, si preparava a entrare a Roma.
Questo strategico punti di partenza forniva un ingresso maestoso in città attraverso la Porta Triumphalis.
Il Trionfo proseguiva poi con una parata lungo le strade più importanti di Roma, con i senatori che indossavano toghe ricamate di porpora, mentre il generale vittorioso indossava ornamenti trionfali e abiti conferitegli dall'Impero.
L'abbigliamento del generale consisteva nell'indossare una corona di alloro, una toga picta (toga dipinta) e un mantello porpora ricamato in oro e decorata con foglie di palma.
Il generale teneva in mano un ramo di alloro, e marciava su una quadriga dorata trainata da quattro cavalli bianchi.
Durante il tragitto si compiva anche il simbolico passaggio di potere dal generale ai senatori, segnalando la transizione dal militarismo al governo civile.
L'ingresso al Foro era il culmine del Trionfo. Qui il generale e il suo esercito venivano accolti dalla popolazione, e il comandante eseguiva rituali sacrificali insieme ai sacerdoti romani.
Il generale depositava il ramo di allora ai piedi della statua di Giove nel Tempio del Campidoglio, e la celebrazione culminava in un banchetto trionfale che spesso durava diversi giorni.
Tali banchetti erano spesso "offerti" proprio dal generale che usava parte del bottino accumulato durante le campagne, e che proponeva banchetti sofisticati e lussuosi per la nobiltà, mentre destinava tavoli improvvisati e cibo più economico per le masse.
I generali trionfatori non erano celebrati solo con la sfilata, ma i loro successi venivano iscritti sulle monete, in modo che la loro fama si diffondesse ovunque nell'Impero.
Dopo il Trionfo le vesti e i trofei di guerra venivano esposti in vestiboli, e venivano anche costruiti monumenti ed edifici per commemorare le vittorie.
Uno di questi fu il primo teatro di pietra di Roma, costruito da Pompeo nel 55 a.C., che diventò un luogo in cui esporre trofei, dipinti e statue che testimoniavano le sue vittorie.
Uno dei più grandi trionfi di Roma si svolse nel 71 d.C, dopo la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito.
Il generale e i suoi uomini vennero accolti da un'enorme folla che rimase sbalordita dalla ricchezza ottenuta a Gerusalemme, e per celebrare la vittoria, Vespasiano commissionò la grandiosa costruzione del Tempio della Pace, che fu adornato con tutti i tesori saccheggiati, facendolo divenire di fatto un simbolo della dominanza romana e della sconfitta ebraica.
Tuttavia non tutti i generali vittoriosi ottenevano un Trionfo.
Molto spesso gli Imperatori decidevano di non accordarlo, soprattutto se il generale non era un membro della famiglia imperiale.
Per loro si teneva una versione molto più ridotta del Trionfo, chiamata Ovatio, che rendeva comunque onore al vincitore, dandogli la possibilità di essere acclamato dal popolo.
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