Dokkaebi
- Alla scoperta del mito

- 18 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Il dokkaebi è uno spirito presente nella tradizione coreana fortemente associato con il mondo della natura e si dice che piuttosto che essere una reincarnazione di esseri umani o animali, sia una trasformazione finale di oggetti inanimati macchiati da sangue umano.
Il loro aspetto cambia da una storia all'altra, ma nella maggior parte dei casi si manifestano nel nostro mondo prendendo le sembianze di piccoli demonietti, molto simili ai goblin con zanne affilate, corna appuntite, corpi pelosi e adornati con i tipici vestiti tradizionali della Korea.
Si dice che siano molto avidi e dei gran lottatori, e che possiedano oggetti magici come ad esempio dei cappelli che permettono a chiunque li indossi di diventare invisibili, e mazze che fungono da bacchette e che usano per evocare oggetti. Tuttavia, con quest'ultima possono evocare solo oggetti esistenti e nelle vicinanze, e non possono creare materia dal nulla.
Si ritiene che i Dokkaebi abbiano il potere di condizionare i raccolti agricoli, le battute di caccia e pesca e che difendano le abitazioni dagli spiriti maligni, e per questo a seconda della regione di appartenenza si svolgono alcune pratiche tradizionali per placare questi spiritelli e portare protezione e fortuna alla popolazione.
Nella storia più comune che vede protagonista un dokkaebi troviamo un uomo che viveva in cima a una montagna e che fece amicizia con uno di questi spiriti, invitandolo molto spesso in casa e tenendo con lui lunghe conversazioni e bevute.
Un giorno, però, l'uomo vide il suo riflesso in un corso d'acqua e notò che si stava trasformando lui stesso in un dokkaebi.
Inorridito dalla trasformazione, l'uomo escogitò un piano per sbarazzarsi dello spirito, e durante il loro appuntamento quotidiano chiese al goblin quale fosse la sua più grande paura.
Il dokkaebi gli rispose che aveva paura del sangue e poi chiese di rimando quale fosse la più grande paura dell'uomo, che gli disse di temere i soldi e il loro potere.
Il giorno dopo l'uomo uccise una mucca e ne versò il sangue in tutta la casa.
Quando il dokkaebi si presentò fu subito impietrito da rabbia e paura e giurò vendetta all'uomo promettendogli di tornare facendogli sperimentare la più grande paura che potesse mai immaginare.
Così, all'indomani, il dokkaebi tornò a casa dell'uomo con sacchi pieni di monete e li dispose in tutta l'abitazione leccandosi i baffi all'idea dello spavento che ciò avrebbe suscitato nell'umano non appena questi fosse rientrato a casa.
Il dokkaebi andò via soddisfatto e certo di essersi vendicato e non tornò mai più, mentre l'uomo riprese il suo aspetto e divenne la persona più ricca della regione.



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